Sono passati ormai 93 anni dal fatidico 18 settembre 1932, giorno in cui la Pro Vercelli giocò la sua prima gara nel nuovo stadio "Comunale" costruito per sopperire alle ormai palesi carenze del "Campo Conte di Torino" situato nel terreno immediatamente attaccato al nuovo impianto quello, per intenderci, dove la grande Pro aveva conquistato i suoi sette scudetti.
I lavori di costruzione del nuovo campo erano durati poco più di un anno, dal luglio del 1930 alla primavera del 1932 con un rallentamento solo all'inizio del 1931 per mancanza di fondi, poi trovati dal Comune in seguito alla ristrutturazione e alla vendita dei lotti del rione "Furia" avvenuta proprio in quegli anni; per l'epoca lo stadio poteva considerarsi di moderna concezione perchè costruito per essere un impianto polisportivo e adatto ad ospitare più attività grazie a due piste di atletica in carbonella rispettivamente da 400 metri e rettilinea.
Terminati i lavori non fu programmata una inaugurazione vera e propria, così il battesimo ufficiale del nuovo campo coincise con la prima gara di campionato della stagione 1932/33, gara che vedeva le bianche casacche impegnate contro la neo promossa Palermo.
Vercelli 18/9/1932
Stadio "Comunale"
U.S. Pro Vercelli-Palermo=2-0
U.S. PRO VERCELLI: Scansetti, Zanello, Dellarole, Depetrini, Ardissone, Ferraris I, Santagostino, Casalino, Degara, Piola, Pretti. All. Guido Ara e Giuseppe Parodi.
PALERMO: Valeriani, Paolini, Ziroli, Piantoni, Santillo, Gambino, Radice, Chiecchi, Scarone, Blasevich. All. Feldmann (Ungheria).
Arbitro: Bertoli di Vicenza.
RETI: 50' Depetrini, 57' Degara.
Al termine di quella stagione, precisamente l'11 luglio, il podestà di Vercelli (oggi lo chiameremmo sindaco), ricevette l'autorizzazione del ministro dell'interno ad intitolare il nuovo stadio a Leonida Robbiano, asso vercellese dell'aviazione scomparso sulle rive del Gange pochi mesi prima.
Henry Lloyd, Paul and Shark, Lyle and Scott, Berghaus, Gabicci, Ralph Lauren, Henry Cotton, Fred Perry, Fred Perry e tante e tante altre marche sono certamente famose nel mondo della moda giovanile in tutta Europa a partire dagli anni '80 in poi, ma conosciutissime anche nel mondo delle curve prima nella turbolenta Inghilterra di Margaret Thatcher, poi in tutto il vecchio continente.
Queste marche, scelte dai ragazzi inglesi più di 50 anni fa, accompagnarono la nascita di un movimento subculturale capace di nascere al nord della Gran Bretagna in città come Liverpool, Manchester e Aberedeen e di spostarsi ben presto in altre europee; lo stile prese piede nelle famigerate terraces d'oltremanica, quelle curve continuamente alla ribalta della cronaca per i fatti di violenza che si verificavano ogni fine settimana e che avevano come protagonisiti i terribili hooligans, teste rasate (skin head) ma anche "mod" sempre pronti a cercare lo scontro con la polizia e/o i tifosi avversari.
Dietro la nascita della sottocultura casual c'era anzitutto la necessità di uniformarsi perchè i ragazzi di stadio avevavo bisogno di non essere identificati troppo facilmente dalla polizia (che procedeva spesso ad arresti a campione tra chi indossava i colori della propria squadra), di mischiarsi ai tifosi normali e di poter così muoversi liberamente sia allo stadio, sia nel tragitto per raggiungerlo (senza nessuna scorta): ecco che il fenomeno casual da semplice e necessario modo di vestire diventò presto una vera e propria sottocultura i cui due capisaldi erano l'abbigliamento e l"azione" allo stadio.
Nel corso degli anni le marche citate in apertura di articolo si avvicendarono nelle preferenze dei casual fermo restando il posto d'onore che la fantasia a "quadretti" legata a Burberry e Aquascutum ha sempre avuto e continua ad avere insieme a capi iconici come Stone Island, C.P. Company e Barbour anche se gradualmente si conquistano spazio marchi italiani meno costosi ma comunque iconici come Si nascondono tra la classe operaia quindi le firme meno costose sono ricorrenti. Su tutte le italiane Fila, Sergio Tacchini ed Ellesse oltre a Puma e Adidas. Da non dimenticare il ruolo delle scarpe, quasi sempre sneaker e assolutamente come le Adidas Stan Smith, le Diadora Ed Moses, Borg Elite, Lacoste e poche altre.
La seconda ondata casual iniziò nei primi anni ‘90 diffondendosi in tutta Europa, in nazioni come Francia, Paesi Bassi, Belgio, Germania ed è a partire dalla fine degli anni '90 che questo fenomeno approdò anche in paesi storicamente dominati fino a quel momento dallo stile e dalla cultura ultras come Italia, Croazia, Serbia, Grecia e Spagna.
Per quanto riguarda l'Italia il Casual vanta già una tradizione più che trentennale grazie a curve con uno stile "british" (su tutte Verona e Lazio) ormai accettata e ripresa dalle tifoserie di tutto lo stivale.
Ad oggi in questi ultimi paesi si assiste a uno strano connubio tra le sottoculture ultras e casual: molti gruppi pur mantenendo gli striscioni, uno dei simboli del movimento ultras, adottano un look e un modo di agire propriamente casual, come evitare la scorta e usare i mezzi propri per recarsi in trasferta.
A tal proposito riporta Wikipedia: "
"Il movimento casual si diffuse nelle curve italiane a cavallo tra la fine degli anni '90 e gli inizi del nuovo millennio (a parte la già citata eccezione riguardante la tifoseria veronese che si può inquadrare nella seconda ondata casual). I principali centri di sviluppo furono Verona e le grandi città, Roma e Milano per prime, seguite poi da Torino, Firenze ed altre città che militano in serie minori in Lombardia, Triveneto e Sud Italia (in particolare Chieti). Ultimamente il fenomeno casual è dilagato in tutta la realtà calcistica italiana, e gruppi d'ispirazione casual si possono trovare in tutta la penisola e nelle isole, anche se sono soprattutto presenti nel Settentrione del paese.
Bisogna specificare però una peculiarità del "movimento casual italiano", contraddistinto nella maggior parte dei casi da una sorta di mix tra il classico stile ultras italiano e quello casual d'oltremanica. Non è raro affatto trovare striscioni (o cosiddette "pezze") dietro il quale si trovano ragazzi vestiti appunto nel classico stile casual, creando quindi una sorta di punto di incontro tra le due sottoculture".
Magica Pro, rivista distribuita allo stadio Silvio Piola in occasione delle gare interne delle bianche casacche, ha dedicato al Museo Bianco un bell'articolo che riportiamo qui in basso ringraziando Pietro Gianella e tutta la redazione che lo hanno reso possibile.
La doppia sfida col Barça del 1922
Nel corso della sua storia la Pro Vercelli, al pari di molte altre squadre europee e americane, ha giocato svariate amichevoli contro
compagini straniere, alcune di grande prestigio e tradizione.
Bisogna tenere presente che le coppe europee non furono create fino agli anni '50 del secolo scorso, ma ciò non toglie che soprattutto nel vecchio continente a partire dagli anni '10 e ancor di più
dal decennio successivo, le partite tra squadre di diversi paesi divennero una consuetudine, poiché capaci di attrarre un pubblico pagante più ampio rispetto alle normali partite di
campionato.
Per quanto riguarda la Pro la maggior parte di queste partite si concentrò nei primi trent’anni di vita del sodalizio bicciolano, epoca in cui la Pro arrivava sempre tra le prime squadre del
campionato italiano e per questo motivo veniva spesso invitata a prendere parte a gare di esibizione e tornei (ad esempio il torneo di inaugurazione dello stadio Comunale di Roma nel 1911,
antesignano del futuro stadio Flaminio costruito durante il ventennio fascista). Nell'elenco delle gare internazionali (non sempre completo per via della difficoltà nel reperire queste informazioni
in archivi e documenti) spiccano per forza di cose le partite contro Olympique Marsiglia, Lione, F.C. Barcelona, Liverpool F.C. e San Paolo.
Certamente, tra tutte le partite giocate dalla Pro Vercelli in trasferta, è impossibile non citare le due che videro le bianche casacche impegnate sul nuovissimo terreno di gioco "Les Corts" del F.C.
Barcelona il 16 e il 17 settembre del 1922; le due partite non sorrisero alla squadra bicciolana (una sconfitta pesante con un passivo di 5-0 ed una più di misura conclusasi sul 3-1), tuttavia
l'esperienza fu molto positiva.
Il Barça infatti era solito giocare prestigiose amichevoli in tre periodi dell'anno: pre-campionato, periodo natalizio e fine campionato. A questo scopo chiamava squadre del centro Europa - le
formazioni tatticamente più all'avanguardia - come Ungheria ed Austria, squadre britanniche oppure squadre che avevano vinto il campionato del loro Paese di provenienza.
Fu così che la Pro Vercelli fu invitata a disputare le due famose partite consecutive nel settembre del 1922, in quanto in entrambe le precedenti stagioni si era laureata campione d'Italia.
Barcelona 16/9/1922
Stadio Les Corts
F.C. Barcelona - U.S. Pro Vercelli 5-0
F.C. BARCELONA: Bruguera, Conrado, Surroca, Torralba, Blanco, Samitier, Piera, Gracia, Alcantara, Martinez-Sagi, Sagi
U.S. PRO VERCELLI: Curti, Rosetta, Bossola, Milano II, Parodi, Perino, Ceria, Zanello, Gay, Bassola, Borello
Reti: Alcantara (3), Gracia, Samitier
Barcelona 17/9/1922
Stadio Les Corts
F.C. Barcelona - U.S. Pro Vercelli 3-1
F.C. BARCELONA: Bruguera, Altés, Surroca, Torralba, Blanco, Samitier, Piera, Cella II, Gracia, Alcantara, Sagi
U.S. PRO VERCELLI: Curti, Rosetta, Bossola, De Bianchi, Parodi, Perino, Milano II, Zanello, Gay, Rampini II, Borello
Reti: Alcantara (B), Gracia (B), Sagi (B), ? (PV)
Gli anni '90 nella ultra centenaria storia della Pro sono stati un'altalena di emozioni non solo sul rettangolo verde ( basti pensare al 1990 e al 1994) ma anche in sede per via di eventi niente affatto "piacevoli". Anche sugli spalti e, particolarmente in Curva Ovest, le emozioni non sono mancate e ci piace ricordare quei momenti attraverso la sciarpa di un gruppo trainante di quel periodo: i Vercelli Front. I ragazzi del Vercelli Front formano il gruppo nella stagione 1993/94 e, con alterne vicende, lo portano avanti fino al 2016 quando prendono la decisione di scioglierlo in via definitiva anche se poi, nelle stagioni successive, ritornano in curva dietro lo striscione "Vecchia Guardia".
Prosegue il nostro viaggio tra i principali gruppi e le più importanti curve italiane. Stavolta diamo spazio agli Irriducibili della Lazio, gruppo nato nel 1987 e che nel giro di pochi anni ha rivoluzionato il tifo biancoceleste e influenzato il modo di intenedere il tifo in tutta Italia.
Anni d'uso: dal 1976 al 1977
Azienda: Toffs (Inghilterra)
Presidente del periodo: Ettore Baratto (1973-79), in panchina siede Sergio Vatta poi sostituito da Antonio Montico.
Note storiche: Pro Vercelli nona nel girone A di Serie C, raggiunge i sedicesimi di Coppa Italia semiprofessionisti
Note: versione away in rosso della maglia della Pro con colletto girocollo tipico di quegli anni.
La maglia è un esemplare unico realizzato su richiesta e indicazioni del Museo Bianco Pro Vercelli dalla azienda specializzata Toffs con sede in Inghilterra. Indossata in questa stagione da giocatori storici Sadocco, Codogno, Cavagnetto e Mazzia.
Questo mese la copertina del nostro sito si apre con un documento eccezionale che abbiamo ricevuto tramite dall'amico e collaboratore del Museo Bianco Pietro Gianella. Il documento in questione è una lettera ufficiale dell'U.S. Pro Vercelli inviata dalla società bianca (all'epoca con sede sociale e segreteria in corso Carlo Alberto) all'ex sportivo Domenico Brusa per insignirlo del titolo di "socio benemerito" in virtù dei servizi resi da Brusa in qualità di atleta della Pro.
In calce alla missiva, oltre alla firma del segretario dell'epoca, spicca la tessera di socio benemerita intitolata a Brusa firmata dal presidente.
Vercelli 13/4/1927
Ill.mo Sig. Brusa,
Ho il gradito incarico di comunicare alla S.V. ill.ma che il Consiglio d'Amministrazione di questo sodalizio in sua seduta dell'8 aprile, in riconoscimento del brillante passato sportivo, per il quale venne decoro e lustro alla nostra Associazione, volle nominarla
SOCIO BENEMERITO
dell'U.S. Pro Vercelli.
Le acchiudo pertanto la tessera stautaria.
Nel contempo a nome del Consiglio d'Amministrazione Le porgo le più vive congratulazioni, sicuro che ella vorrà sempre con lo stesso entusiasmo dare tutta la sua opera preziosa per il nostro vecchio Sodalizio.
Con distinta considerazione.
“Una notte lunga quarant’anni”, il toccante libro pubblicato dagli ultras di Trieste e dall’Associazione Stefano Presente per commemorare il quarantesimo anniversario della morte di Stefano Furlan. Attraverso i commoventi ricordi della madre di Stefano, Renata, e altri protagonisti, rivivrai la memoria di questo giovane tragicamente scomparso nel 1984. Il volume include documenti, articoli di giornale, fotografie e persino un fumetto esclusivo di Francesco Cuomo. Un’opera che rende omaggio a questa storia, indelebile per molti.
Da notare che contestualmente all'uscita del libro ad aprile 2024, il Comune di Trieste ha organizzato, insieme all'associazione "Stefano presente" la mostra "Col tuo nome addosso" una retrospettiva di immagini dedicata a questo giovane tifoso della Triestina deceduto nel dopo gara di un Triestina-Udinese di Coppa Italia del lontano 8 marzo 1994. La mostra è stata concepita come un tributo a Stefano Furlan attraverso il ricordo della sua vita senza tralasciare il contesto storico degli ultras di quegli anni in generale e quello di Trieste in particolare.
Stefano Furlan è stato un giovane appassionato che si unì al movimento Ultras per il profondo amore per i colori della Triestina e un forte senso di appartenenza.
Ultras Triestina e Francesco Cuomo, Una notte lunga 40 anni, Ed. Cinabro Libri, 180 pag., 2024.
Stadio10 Silvio Piola 10/6/201210 giugn