A Vercelli, a metà tra il cimitero della città e il fiume Sesia, si trova il centro sportivo intitolato al presidentissimo Luigi Bozino, indimenticato presidente della Pro Vercelli ancora prima che la società aprisse le porte al gioco del calcio; Bozino fu infatti presidente della Pro dal 1896 al 1927, e nuovamente tra il 1935 ed il 1937. Era dunque doveroso che la città gli dedicasse il centro sportivo utilizzato per tanti anni dalla Pro Vercelli a partire dagli anni '80 e ri-inaugurato il 2 giugno 2021 dopo la ristrutturazione ad opera dei Diavoletti Calcio Vercelli cui il Comune ha dato il terreno in concessione fino al prossimo 30 giugno 2025.
Niente come i documenti dell'epoca possono farci capire la statura e l'importanza di Bozino come presidente e, soprattutto come uomo. Riportiamo un articolo pubblicato da "La Stampa" e firmato da Ambrosini il giorno dopo la morte di Bozino.
"Il babbo delle "casacche bianche,, Mai forse città ha pianto uno dei suoi figli con così profondo e generale accoramento come Vercelli piange oggi Luigi Bozinoi Lo piangono coloro che alla sua illuminata e calda parola di penalista Illustre si affidarono dinanzi alla Giustizia o si commossero alle sue pacate, umane, ma formidabili arringhe nel processi più celebri I un mezzo secolo giudiziario. Lo piangono le vecchie camicie azzurre e nere che gli furono attorno nei giorni in cui Egli, alfiere d'italianità, continuatore della tradizione patriottica piemontese, nazionalista prima e fascista poi, fece argine con la sua parola infiammata e con la purissima nobiltà della sua persona all'Incalzare del negatori della Patria. Lo piangono i cittadini tutti del Comune e della Provincia che alia Integrità e rigidità del suo carattere, alta sua saggezza di amministratore debbono la saggia tutela degli interessi a lui affidati e la floridezza della gestione comunale e provinciale da Lui diretta. Ma nel campo sportivo II lutto è nazionale. Perchè nazionali furono la gloria e II vanto delle "casacche bianche", di cui Egli fu padre, maestro e simbolo. Fu questo sportivo nel sangue a tenere a battesimo la nidiata procreata da Bertinetti, del Milano, degli Ara, dei Leone, dei Salvaneschl, dei Rampini, degli Innocenti, dei Fresia, del Visconti, dei Celoria, dei Romussl; a crescerla sotto la sua paterna guida; a portarla agli onori di sette campionati nazionali in tredici anni, a farne insegna di mirabile orgoglio strapaesano, emblema di una scuola di tecnica e di coraggio, covo di passione calcistica, esemplo indimenticato di quello che può fare l'amore della bandiera anche all'infuori della organizzazione plutocratica e nel cuore robusto di un piccolo centro al quale risalgono le forze sane di una piaga campagnola. Per trentacinque anni questa creatura leggendaria che fu e vuol tornare ad essere la Pro Vercelli fu nutrita da Bozino del generoso apporto del mecenate, dell'autorità paterna del dirigente, della parola buona e dolce del consigliere, dell'esempio umile e instancabile del compagno di passione. E, quando la stella delle "casacche bianche" cominciò a tramontare, Bozino sofferse, ma non piegò; inesausto rimase il suo entusiasmo senza perdere la freschezza giovanile. Anche spoglio di cariche — era stato tre volte presidente della F.I.G.C. e vice-presidente della Federazione internazionale —, anche nello splendore della sua professione, anche carico d'anni Egli volle rimanere accanto ai suoi "bianchi", assistere al tormento della loro riscossa, ogni anno sognandola possibile e vicina. E questo sarà II sogno del suo sonno eterno! Per esso scenderanno In campo - d'ora innanzi le "casacche bianche", per esso vivrà la memoria di questo caro, grande, vero sportivo"...