Villa Bertinetti

Villa Bertinetti, casa del fondatore della "sezione giochi" della Pro Vercelli

Proprio davanti allo stadio Silvio Piola, più esattamente  via tripoli angolo via Massaua sulla strada che porta al settore ospiti dello stadio cittadino, sorge la villa dell'"inventore" del calcio vercellese, quel Marcello Bertinetti che aprì una sezione dedicata ai "giochi", ovvero agli sport diversi da quelli che all'epoca andavano per la maggiore (cioé scherma e ginnastica).

 

Ancora giovane studente Marcello Bertinetti  approda alla Pro Vercelli nel 1902 all'età di 17 anni. Secondo alcuni è proprio lui a pubblicare su un giornale locale un piccolo trafiletto per invitare i giovani della città  a praticare quel calcio che nel nord Europa è già diffusamente presente.

Molto probabilmente a questo punto il futuro capitano della Pro è già a conoscenza delle regole del gioco e questo per due ragioni. 1) perchè riceve ogni settimana la rivista sportiva francese " Vie au grand aire" dove può apprendere i segreti del gioco; 2) perchè si reca spesso a Torino e, quando può, va a vedere le partite della Juventus, squadra per cui simpatizza. Col passare dei mesi Marcello (insieme ai ragazzi del "camp dla fera") passa dal gioco disordinato sul terrenno irregolare della piazza a disputare le prime amichevoli  "ufficiali" a partire dall'agosto del 1903: è infatti il 3 agosto 1903 quando la Pro gioca le sua prima gara amichevole contro l'Audace Torino in quella che oggi è piazza Mazzini, e lo fa davanti ad alcune centinaia di persone piuttosto stupite per quel gioco "nuovo" e coinvolgente. A spuntarla sul terreno di gioco sono i torinesi che, forti della loro maggiore esperienza, si impongono con certo margine sui vercellesi. In campo per la prima Pro Vercelli della storia: Bertinetti, i due Servetto, i due Visconti, Albertini, Celoria, Biginelli, Negri, Novaglio e Beppe Milano (Milano I).

 

Tuttavia è giusto ricordare come il nome di Bertinetti non sia legato solamente alla storia della Pro Vercelli dove è stato giocatore, capitano e allenatore; l'anima della Pro ha infatti avuto una brillante carriera nel campo della scherma che lo ha portato alle massime vette possibili avendo conquistato due medaglie d'oro, una d'argento e una di bronzo ai giochi olimpici. Padre di Franco Bertinetti e nonno di Marcello Bertinetti junior (a sua volta campione italiano di scherma nella spada. A lui il comune di Vercelli ha dedicato una via nella zona ovest della città.

 

Targa di via Marcello Bertinetti. La via si trova nella zona ovest della città

Così Marcello Bertinetti parla della sua creatura, di quella Pro Vercelli cui ha dato una spinta decisiva per nascere: "La Pro Vercelli ha sempre mantenuto il suo carattere paesano; ha esportato, incapace di tenerli tutti, schiere di giocatori in ogni parte d'Italia, ma non ha mai voluto nessuno che non fosse nato nella sua terra.

Il mito è nato e cresciuto su tre elementi base: l'inattesa e prima intromissione di una squadra di provincia tra gli squadroni dai nomi esotici che fino allora pareva possedessero il monopolio del football italiano; la fulminea vittoria che mai non si arresta; il carattere paesano che è simbolo ed espressione della fierezza vercellese. In quei tempi erano valanghe di lettere che giungevano alla segreteria della Pro Vercelli; veramente commoventi per le loro ingenue e fresche espressioni, quelle dei piccoli ammiratori, anche se infarcite di errori di grammatica e di ortografia; moltissimi chiedevano di essere soci; quasi tutti erano fieri di portare il distintivo glorioso. Vercelli esultava. Per merito dei suoi figli il suo nome correva di bocca in bocca in Italia e fuori. Io penso che il gioco del calcio abbia fatto conoscere il nome di Vercelli nel mondo, così e più ancora che le sue risaie".

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