Spesso nella memoria dei tifosi di ogni squadra le sconfitte più dolorose hanno la capacità di lasciare solchi ben più profondi di quanto non facciano gioie e successi. Così è nel caso della storica sconfitta rimediata dalla Pro Vercelli a Pontedera nell'ultima giornata del campionato di Serie C2 nell'ormai lontano 3 giugno del 1990. In quella stagione 1989/90 il Siena capolista è imprendibile per tutti e dunque la Pro deve giocarsi il secondo posto che dà accesso alla Serie C1 con il Pavia che fino a marzo sembra imprendibile.
Poi, grazie anche allo scontro diretto giocato al Robbiano e vinto 2 a 1 dai bianchi in rimonta, la Pro riesce a recuperare cinque punti in sei gare di campionato ai lombardi e così le due squadre arrivano appaiate a 44 punti prima di disputare l'ultima di campionato che vede i pavesi impegnati a Sarzana, dove i locali non hanno ormai più nulla da chiedere al campionato, e i bianchi di scena a Pontedera dove la squadra locale è in piena lotta salvezza.
Pontedera 3/6/1990
Ponetedera-Pro Vercelli=6-1
PONTEDERA: Biondi ('90 Cantini), Russo, Ulisse, Maraia, Nannipieri, Balli, De Angelis, Cini, Petroni, Di Francesco, Caponi (80' Perfetti). All. Fossati.
PRO VERCELLI: Graziani, Sora, Lombardini, De Falco, Bellopede (60' Murgita), Barbui (46' Lubbia), Finozzi, Mattavelli, Ferla, Bellatorre, Romairone. All. Zoratti.
Arbitro: Arena di Ercolano.
RETI: 17' Caponi (PO), 26' rig. Ferla (P), 58' aut. Lombardini (P), 67' Caponi (PO), 80' Petroni (PO), 86' Cini (PO), 89' Perfetti (PO).
A Pontedera il primo tempo si chiude 1 a 1 in virtù del rigore di Ferla che pareggia la rete di Caponi. La ripresa si rivela invece un autentico incubo avviato da una sfortunata auorete di testa di Lombardini, seguita dal 3 a 1 di Caponi che chiude praticamente la gara cui seguono ancora ben tre reti toscane realizzate in contropiede negli ultimi 10' di partita con una Pro disperatamente all'arrembaggio nel tentativo di risalire la china.
A fine gara molti tra i bianchi, in campo e sugli spalti, piangono per l'amaro finale di stagione; ai 1000 tifosi arrivati da Vercelli a seguito della squadra con nove pullman e decine di auto private non resta che tornare mestamente a casa.
Il giorno successivo Francesco Leale di "Stampa Sera" così racconta ai lettori quanto successo in Toscana.
"Che batosta a Pontedera: sfumata la festa, tristi e delusi i tifosi che volevano brindare a champagne Che batosta a Pontedera: sfumata la festa, tristi e delusi i tifosi che volevano brindare a champagne Peccato, le speranze crollate sull'ultimo ostacolo VERCELLI • La Pro Vercelli è crollata sull'ultimo ostacolo, quello di Pontedera, subendo una terribile punizione: 6-1, incassando così la metà dei gol presi nel resto del campionato. Una promozione sperata, che si credeva perduta due mesi fa e che era stata a portata di mano con un'impressionante volata: cinque punti recuperati al Pavia, naufragata, invece, ieri clamorosamente. «Avevamo pronte bottiglie di champagne d'annata — dice Cesare Beccuti, proprietario dell'omonimo bar dove si raccolgono da sessant'anni i tifosissimi della squadra bianca — pronte per un brindisi che sarebbe durato sino a tarda notte e che avremmo continuato con le centinaia di sportivi che erano andati con tutti i mezzi possibili a Pontedera. Siamo rimasti delusi e rattristati. Sei gol sono tanti, davvero troppi!». Entra in discussione Dante Destefanis: «Uno o sei non cambia nulla. La sconfitta, qualunque fosse stato il risultato, ci avrebbe condannato. Dobbiamo però dire che, se ci ha rattristato non poco, è perché eravamo abbastanza speranzosi. La Pro, comunque, quest'anno ci ha dato molto». «Ci ha dato un campionato eccellente su cui all'avvio nessuno osava puntare un soldo. L'estate scorsa si era venduto parecchio; la squadra era stata imbottita di prestiti. Eppure si è fatto di gran lunga meglio che non l'anno precedente quando si erano spesi centinaia di milioni per una formazione che si credeva competitiva e che invece naufragò a metà campionato., Puntavamo allo spareggio perché eravamo tutti convinti che il Pavia, com'è avvenuto, avrebbe vinto. E' andata storta». Riprende il radiocronista Roberto Leone: «Speravamo proprio che si ripetesse il vittorioso spareggio del 20 maggio '84 ad Alessandria, quando la Pro venne promossa in C2. Questa setti- CUNEO mana era stata di passione, di ansia; credevamo in un risultato positivo, anche se ci rendevamo conto del fatto che tra noi e il Pavia l'avversario più difficile, perché doveva salvarsi o cercare di salvarsi dalla retrocessione, era toccato alla squadra bianca. E infatti quello del Pavia, la Sarzanese, ormai aveva già dato e detto tutto quello che doveva in campionato, per cui non ci sarebbe stato accanimento, la foga e lo slancio dei toscani di Pontedera». Ed anche Leone, a questo punto, insiste — e con ragione — che se «la delusione è stata grandissima e cocente, va salvata tuttavia la brillantissima stagione di una squadra che non era stata costruita per vincere». Leone ha concluso ponendo l'accento sulla situazione societaria, soprattutto in ordine al fatto che il consiglio di ammini- II presidente Giuseppe Celoria strazione presieduto da Giuseppe Celoria, come organico, ovidotto al minimo. Alberto Zola, tifosissimo, nipote di Potu Zola, il leggendario masseur della grande Pro Vercelli Anni Trenta in serie A, aggiunge che «pur nel dispiacere della sconfitta, tuttavia si è fatto fin troppo». Anche per lui «l'augurio è che l'anno venturo si allestisca una squadra in grado di tentare il salto». Federico Aguggia che, in considerazione degli anni che passano, stavolta non è stato al seguito della squadra, non si rammarica più di tanto: «Sono temprato per simili risultati. Mi spiace solo per quegli sportivi che ancora alle 11 di ieri erano partiti festanti, con bandieroni, alla volta di Pontedera, perché il loro ritorno è stato pesantemente melanconico»".