"Quella maglia non è solo
un pezzo di stoffa".
..."Non è per tutti.
Pensi di essere tu a scegliere Lei,
ma in realtà è Lei a sceglierti"...
La Società Ginnastica Pro Vercelli nasce nel 1892 (solo molti anni dopo diventerà Unione Sportiva) per l'iniziativa del professor Domenico Luppi e si concentra fin da subito su ginnastica e scherma, sport che all'epoca andavano per la maggiore in Italia ben più del calcio che invece in Gran Bretagna e in alcuni paesi del nord Europa spadroneggiava da tempo. Dovendo quindi ricercare una momento chiave per la nascita del calcio non solo a Vercelli ma nell'Italia intera è forse bene concentrare la propria attenzione sul marzo del 1887. A questa data è infatti legato il nome di Edoardo Bosio, commerciante torinese di articoli ottici con frequenti contatti di lavoro con Londra. Bosio al ritorno di uno di questi viaggi porta con sè un pallone come entusiastico ricordo di uno dei match cui ha assistito in terra d'Albione col preciso scopo di avviare qualcuno dei suoi dipendenti torinesi al gioco del calcio e riesce ad imbastire una prima squadretta "aziendale".
Dunque è questo contatto diretto Inghilterra - Italia creato da Bosio per motivi di lavoro che permette al football di approdare in Italia e di svilupparsi anzitutto tra commercianti ed impiegati delle filiali britanniche presenti nell'Italia del nord (essenzialmente a Torino, Genova e Milano).
Arrivati così all'inizio del '900 il calcio è gia presente nel cosiddetto triangolo industriale Torino-Genova-Milano ma approda a Vercelli solo nel 1903, quando un membro della ginnastica Pro Vercelli (Marcello Bertinetti) decide di fondare in seno alla società una sezione dedicata al calcio che inizia le sue prime partite in quello stesso anno: infatti il 3 agosto 1903 la Pro Vercelli gioca le sue prime 2 partite in un triangolare contro i novaresi del Forza e Costanza (vittoria dei bianchi per 2 a 0) e contro l'Audace Torino (vittoria degli ospiti per 3 a 0).
Vercelli, 3/8/1903
Campo della Fiera
PRO VERCELLI - FORZA E COSTANZA=2-0
Pro Vercelli: Visconti F., Servetto G., Albertini, Celoria, Biginelli, Novaglio, Negri, Milano I, Bertinetti, Servetto C., Visconti A.
Forza e Costanza: Pellagio, Patti, Parassoni, Squassina, Gallo, Merlo, Né, Barozzi, Pastorelli, Migliari.
Vercelli 3/8/1903
Campo della Fiera
PRO VERCELLI - AUDACE TORINO=0-3
Pro Vercelli: Visconti F., Servetto G., Albertini, Celoria, Biginelli, Novaglio, Negri, Milano I, Bertinetti, Servetto C., Visconti A.
Audace Torino: Tarella, Nicola M., Nicola C., Nicola A., Nay M., Masserano, Aymar, Portino, Franzini, De Bernardi, Rolandi.
In occasione di queste prime due partite ufficiali i giocatori della Pro hanno utilizzato la maglia della sezione ginnastica, ovvero maglia bianca a collo alto attraversata da una striscia orizzontale blu con la scritta Pro Vercelli.
Già nelle gare successive i giocatori bicciolani adoperano però maglie diverse tra loro con una prevalenza di maglie a sottilissime strisce nere; successivamente le divise, più eleganti ed omogenee, diventano bianche e bordate di nero all'altezza dei bottoni, ma queste, una volta lavate, si rovinano perchè i colori sbiadiscono diventando così inservibili.
Sembra che sia stato Carlo Rampini a proporre di indossare una camicia di colore bianco resistente, facile da trovare e facile da lavare...di qui la rapida decisione: la casacca della Pro Vercelli diventa bianca in virtù del fatto che bianca è la camicia che i suoi giocatori indossano ogni domenica in qualità di "vestito buono".
Delle semplici camicie bianche, quelle della domenica appunto, sarebbero diventate la maglia della Pro Vercelli. Come si evince dalle foto sulle prime maglie della Pro ancora non figura il famoso stemma del Comune di Vercelli, simbolo che da sempre è presente invece sulle divise della "Ginnastica". Ebbene la famosa croce rossa in campo bianco appare sulle maglie della sezione calcio nel corso della stagione 1914/15, quella che, purtroppo, viene interrotta a causa dell'entrata nella guerra mondiale dell'Italia; questo prima stemma è ricamato minuziosamente a mano, con i classici colori della città di Vercelli, ben messi in risalto da finiture nere e preziosi inserti oro e argento usati per lo sfondo. "Ogni stemma era un pezzo unico, e ogni giocatore ne andava fiero, trasferendolo da un anno all'altro sulla propria casacca" (dal libro "il Grande libro della Pro di Tacchini, Casalino e Sala). Questo stemma fatto a mano, era irregolare e queste asperità sono poi scomparse col tempo grazie ai passi avanti compiuti dalla manifattura.