Mentre la Pro vive il suo triennio magico l'Italia giolittiana concepisce una guerra per la conquista di una colonia, la Libia. Ed è solo il primo passo verso una grande tragedia.
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Scopri il cuore pulsante della tifoseria atalantina con il documentario "Farebbero Tutti Silenzio". Un viaggio emozionante tra le tradizioni, la passione e l'impegno sociale degli ultras dell'Atalanta. Attraverso interviste esclusive e filmati inediti, vivi da vicino l'essenza del movimento ultras bergamasco.
Sei laziale? Ah, quindi sei fascista. Nessun punto interrogativo e nemmeno di sospensione, semmai un esclamativo alla fine di questa frase, che tanti tifosi laziali si sono sentiti ripetere, specie fuori Roma. Quasi che l'equazione fra quella fede calcistica e quell'appartenenza politica fosse scontata. Ma com'è nata questa associazione, e quanto c'è di vero nell'etichetta che indica la Lazio come la squadra più fascista d'Italia? Stefano Greco lo racconta dall'interno, in questa storia di vita vissuta, scritta da chi ha potuto assistere da vicino alla nascita dei primi gruppi ultras in coincidenza con l'inizio degli anni di piombo. Anni in cui scegliere di indossare un certo tipo di giacca o guidare un certo modello di motorino poteva costare caro, in cui curva e piazza erano una la continuazione dell'altra, tifo e politica si mischiavano al punto da risultare indistinguibili, gli stadi erano luoghi di reclutamento per l'eversione rossa e nera e le curve erano frequentate da protagonisti della cronaca. "Faccetta biancoceleste" è sicuramente una storia romana e laziale, ma è anche una storia profondamente italiana, perché mai come in quel periodo Roma è stata l'Italia, e viceversa. È una storia che si snoda tra fumogeni e lacrimogeni, petardi e molotov, razzi e proiettili impazziti, e racconta le vite di uomini e di ragazzi che spesso erano attivisti politici durante la settimana e tifosi di curva la domenica: quasi sempre ultras, che anche da latitanti non rinunciavano allo stadio...
Stefano Greco, Faccetta biancoceleste, ed. Ultra editore, pag.361, 2015.
Tra gli anni '70 e '90 la Pro è solita organizzare una partita casalinga di richiamo contro squadre di Serie A per presentare la propria squadra al pubblico amico così che negli anni passano sul prato del Robbiano compagini di grido come Milan, Juventus, Torino... e Genoa.
Sono ormai davvero lontani i tempi in cui bianche casacche vercellesi e grifoni rossoblù si contendono il titolo di campioni d'Italia in partite al calor bianco, gare che oggi possono sembrarci dal sapore antichissimo ma che all'epoca sono insindacabili giudici per l'assegnazione dello scudetto.
Così la Pro inaugura la sua stagione 1986/87 con l'incontro con il Genoa, una compagine che è sua avversaria "storica" dagli anni '20 del XX secolo, e lo fa con una formazione molto ringiovanita a causa delle cattive condizioni economiche della società di via Massaua: il presidente Celoria e la dirigenza tutta hanno dovuto fare delle scelte dolorose ma necessarie per garantire la sopravvivenza alla squadra ed evitare il "naufragio". Ecco quindi che mostri sacri come Frigerio e Gino hanno dovuto svestire la maglia bianca per andare rispettivamente al Lecco e al Casale e altri ancora sono ancora alla ricerca di una sistemazione per la stagione alle porte. Duro il compito che attende mister Zoratti in vista della nuova annata.
Sul campo le cose vanno meglio del previsto, complice anche una partita molto deludente degli ospiti rossoblù, così che la Pro strappa al Genoa un discreto 0-0 anche a causa di una prova incolore dei ragazzi allenati da mister Perotti che nell'intera gara creano pericolo alla porta di Corona solo nel primo tempo quando colpiscono una traversa con Auteri. Il Genoa può recriminare per le assenze dell'attaccante Marulla e del mediano Mileti, entrambi impegnati in Austria con la nazionale militare, del centrocampista Luperto e del portiere Cervone fuori per infortunio.
Vercelli 6/8/1986
Stadio Leonida Robbiano
Pro Vercelli-Genoa=0-0
PRO VERCELLI: Corona, Tumelero, Re, Olivieri, Barbero, Eusebione, Riberto, Sora, Di Napoli, Leone, Feria.
All. Zoratti.
GENOA: Favaro, Torrente, Arceri, Bivi, Trevisan, Policano, Rotella, Chiappino, Auteri, Domini, Cipriani.
All. Perotti.
Estate 1990. Dopo anni di crisi sportiva e finanziaria, finalmente nell'estate del 1980 la Pro riesce nell'impresa di eleggere un nuovo presidente tramite l'assemblea dei soci alle 22 e 15 del 31 luglio 1980: è infatti a questo orario e a questa data che l'assemblea elegge per acclamazione il nuovo consiglio direttivo (che subentra, finalmente, a quello guidato da Ettore Baratto dimessosi undici mesi prima) guidato dal nuovo presidente Giuseppe Celoria. Tre i vice presidenti: l'impresario edile Vero Paganoni di Chivasso, il presidente del settore giovanile della società Lino Garavelli ed il mediatore di cereali Gino Eusébietto.
Celoria è originario di Pezzana, paese che si trova ad una decina di chilometri da Vercelli, già noto ai tifosi della Pro per aver dato i natali a due leggende bianche degli anni '30 come Giuseppe Seccatore e Achille Dellarole; dopo i discorsi di rito, il presidente Celoria presenta all'assemblea il nuovo allenatore della squadra: è Lino Nobili, 45 anni, milanese di origine ma alessandrino di adozione, ex portiere della Pro Vercelli (1960 e 61) e dell'Alessandria, già mister del Mortara, della Medese, della Caratese, della Vogherese e della Novese. Queste le parole del nuovo "conducator" dei bianchi: "Sono contento di ritornare a Vercelli alla guida della società che ha il pubblico più meridionale del nord. Garantisco il mio massimo impegno, come e più di quando difendevo la bandiera della squadra fra i pali. Non posso annunciare per ora il programma per il prossimo campionato perchè devo prima prendere contatto con la squadra. Non prometto miracoli ma un lavoro serio e coscienzioso".
La prima stagione di Celoria al timone della Pro passa alla storia anzitutto per la scelta presidenziale di rifondare, finalmente, il settore giovanile che, se in passato è stato il fiore all'occhiello della società di via Massaua, da tempo versa in condizioni deplorevoli e di questa rifondazione viene incaricato l'ottimo tecnico novarese Giampiero Sandro grazie al quale nelle stagioni a seguire dal vivaio bianco approdano in prima squadra diversi giocatori.
Per quanto riguarda invece il rettangolo verde la stagione 1980/81 non è purtroppo una di quelle da ricordare: vero è che la squadra migliora il 13° posto dell'anno precedente arrivando nona ma purtroppo non riesce ad essere continua nei risultati alternando alti e bassi sia in casa che in trasferta.
Presa confidenza con il suo ruolo e con l'Interregionale, Celoria conferma l'ottimo mister Nobili in pachina (la continuità, si sa, nel calcio fa miracoli) e decide di rafforzare la squadra per aiutare la squadra a risalire posti in classifica e, con un po di fortuna, a tentare l'assalto a quella Serie C che manca da due anni. In sede di mercato arrivano a Vercelli quattro volti nuovi: Angelo Bonni, Igino Re, Luca Oddone e Bruno Russo. Le aspettative della tifoseria si concentrano soprattutto su Re, uscito dal vivaio del Toro e che presto si afferma come il miglior terzino della Pro dai tempi della guerra, e su Bruno Russo che approda in via Massaua anche grazie all'appoggio del Centro Coordinamento Club che partecipa all'operazione con il contributo dei propri soci.
Le prime dieci giornate sono un sogno ad occhi aperti per la tifoseria: la Pro vince otto gare su dieci e fa due 0 a 0 (in casa contro il Borgomanero e fuori contro l'Iris Borgoticino) purtroppo però l'inciampo è vicino e le bianche casacche cadono prima ad Abbiategrasso, con tanto di "regolamento di conti" negli spogliatoi, ed in casa contro il Seo Borgaro. Al 14° turno, giocato subito prima di Natale, la Pro cade di nuovo in casa, stavolta contro l'Asti che è una diretta concorrente per la salita in C2: la sconfitta dà la stura a polemiche tra mister Nobili e la dirigenza: sembra la pietra tombale sui sogni di gloria vercellesi invece tra gennaio e febbraio arrivano ben 7 punti in sole 4 gare segno che la squadra ha ancora voglia di lottare... salvo poi perdere le gare decisive a Cuneo ed in casa contro l'Orbassano. alla fine la Pro chiude a soli 3 punti da''Asti promosso in C2.
La promozione fallita per un soffio nel 1982 e i dissapori di spogliatoio e dirigenza fanno si che nell'estate '82 mister Nobili venga sacrificato (troppo precipitosamente) per far posto a Luigino Vallongo proveniente dal Borgomanero. La società stavolta rinuncia al basso profilo e proclama di voler vincere il campionato e approdare in C2: sul campo però le cose vanno diversamente e malgrado i molti soldi spesi nel mercato estivo e l'avvicendamento in pachina tra Vallongo e Cuscela, la Pro chiude mestamente il campionato all'ottavo posto.
Così, nell'estate '83, Celoria deve di nuovo rimettere mano alla squadra e, insieme alla dirigenza, crea un bel mix di giovani ( Olivieri proveniente dall'Imperia, Tumelero dal Savona e Cristiano dal Matera), cui si aggiungono giocatori esperti come Fait dal Casale, Frigerio dalla Vogherese e il super bomber Gino dalla Civitanovese; a conti fatti però fin dalle prime partite si vede che nel gioco della squadra manca una spalla per l'attaccante Gino così che la società corre ai ripari comprando dal Savona l'attaccante Cesare Melillo. A guidare la squadra dopo i problemi tecnici della stagione precedente viene chiamato l'esperto e vincente Giovannino Sacco. La prima metà del campionato è appannaggio di Aosta e, soprattutto, del Cuneo che tengono dietro una Pro "ingolfata" ma tenace senza grossi patemi; i bianchi non perdono mai il contatto con le prime e il 19 febbraio 1984 stendono il Cuneo per 1 a 0 (gol di Gino) e gli rubano la testa della classifica davanti ai 5.000 del Robbiano.
Giunti a questo punto i bianchi credono di aver chiuso la pratica del campionato e cercano di amministrare il vantaggio in classifica sugli inseguitori andando a pareggiare 0 a 0 su campi di squadre impegnate nella lotta per non retrocedere (Orbassano e Trecate) e fallendo il match point (0-0) in casa contro la Cairese che nel frattempo è diventata l'unica a disputare la promozione ai vercellesi.
Alla fine le due formazioni terminano il campionato a pari punti e si rende necessario giocare una partita di spareggio per stabilire quale delle due squadre deve salire in C2.
La gara si gioca il 20 maggio 1984 al Moccagatta di Alessandria ed entra di diritto nella storia "grande" della Pro, anche se è solo uno spareggio per salire in C...
Alessandria 20/5/1984
Stadio Moccagatta
Pro Vercelli-Cairese=2-1 (d.t.s.)
PRO VERCELLI: Corona, Fait, Barbero, Cristiano, Tumelero, Olivieri, Gino, Frigerio, Melillo, Noferi, (46' Valera), Re (76' Fostinelli). All. Sacco
CAIRESE: Bernini, Eretta, ferla (98' Petrangelo), Pascale, Scremin, Bertone, Busolin, (106' Becco), Rando, Marazzi, Zunino, Berruti. All. Seghezza.
Arbitro: Da Ros di Treviso.
RETI: 57' Zunino (C), 58' Gino (P), 110' Frigerio.
Altro capitolo della splendida "saga" dedicata dal grande giornalista Alex Tacchini alla Pro Vercelli. Questo album dedicato alla stagione 2001/02 delle bianche casacche, segue (come anche altri volumi) i due Grandi Libri sulla Pro Vercelli, due capolavori scritti da Tacchini insieme a Paolo Sala e Bruno Casalino. Questa edizione del Grande Album della Pro Vercelli è, a tutti gli effetti, doppia perchè oltre a riportare tutto quanto è accaduto in stagione alla Pro ha anche un parte dedicata ai 110 anni della società di via Massaua.
A. Tacchini, B. Casalino e P. Sala, Il Grande Album della Pro Vercelli 2001/02, ed. G.S. Editrice, 274 pag., 2002
Stadio10 Silvio Piola 10/6/201210 giugn
La Pro torna in B dopo più di sessant'anni. In questo che è solo uno dei video della serata l'arrivo dei giocatori in un Piola gremito all'inverosimile.
Città | Partita |
San Paolo | Scotch Wanderers/Paulistano-Pro Vercelli=5-1 |
San Paolo | Sao Bento/Ypiranga-Pro Vercelli=2-2 |
San Paolo | Mac Kenzie/Palmeiras-Pro Vercelli=1-1 |
San Paolo | Selezione giocatori lega Paolista-Pro Vercelli=2-1 |
Rio de Janeiro | Flamengo/Botafogo-Pro Vercelli=1-4 |
Rio de Janeiro | Flamengo/Botafogo-Pro Vercelli=1-1 |
Rio de Janeiro | Mista Rio de Janeiro-Pro Vercelli=2-2 |
Rio de Janeiro | Mista Rio de Janeiro-Pro Vercelli=1-4 |
Per studiare fondo questa avventura vercellese in terra brasiliana non si può prescindere dal libro di Marco Sappino intitolato "La Grande Guerra ai Tropici" e dedicato alle amichevoli disputate a Rio e San Paolo dalla Pro Vercelli e dal Torino
Anni d'uso: 1937/38
Azienda: Draftsport & Safil
Note storiche: presidente in questa stagione è Antonio Bodo mentre in panchina siede Ivo Fiorentini. La Pro chiude il campionato all'undicesimo posto in Serie B mentre esce al terzo turno eliminatorio della Coppa Italia.
Note: la cura dei particolari rende la maglia graficamente povera ma ricca di storia. Il leone simbolo della Pro Vercelli non si vede ma è in sovrimpressione con una stampa traforata tono su tono, sulla manica sinistra spicca un ricamo recante il numero 290 (le reti segnate da Piola in serieA) con la sua firma, e una serigrafia, inserita all’interno del collo,della figurina del bomber azzurro. La maglia è realizzata in lana e culmax.
La maglia è stata fatta per celebrare il centenario della nascita di Silvio Piola ed è accompagnata da una confezione al cui interno c'è un pensiero del campionissimo verso la sua "Pro": "È doveroso, da parte mia, ringraziare la gloriosa Pro Vercelli che ha permesso a me e ai miei compagni, di fare sport in quella bellissima disciplina che è il gioco del calcio".
Casacca realizzata in 100 esemplari e indossata dai giocatori della Pro solamente nella gara Pro Vercelli-Savona del 13 ottobre 2013.
Questa versione da portiere nera è ancora più bella, rara e preziosa grazie allo stemma anticato, ai lacci ed al meraviglioso leone che compare, come già spiegato sopra, in basso a sinistra.
La maglia in foto proviene dalla collezione privata di Marco Bertuzzi cui va il ringraziamento del Museo Bianco.