Stagione 2013/14. La Pro è in lotta per un posto in Serie B e, giunta ai play off, trova in semifinale i liguri del Savona; alla fine i bianchi si imporranno per 2 a 1 sia all'andata a Savona che al ritorno tra le mura amiche dell'ex Robbiano.
Il giorno dopo la gara di ritorno il sito Nicolò Schira di tuttoc.com dedica queste righe alla vittoria della Pro.
"La Pro Vercelli bissa il successo dell'andata e concede la replica anche al Piola. Nuovamente 2-1 per i piemontesi sul Savona e risultato maturato ancora in rimonta. Partono forte i liguri che vanno a caccia della clamorosa impresa. I liguri trovano il vantaggio dopo dodici minuti: ingenuo fallo di mano in area di rigore da parte di Scavone, il direttore di gara indica il dischetto. Dagli undici metri si presenta Virdis e va a segno. Trovato il vantaggio la truppa di Corda si galvanizza e cerca di spingere sull'acceleratore. Erpen prova a prendere per mano i suoi, ma la Pro fatica a imprimere il suo gioco nella prima mezz'ora. Fabiano viene chiuso in uscita da Aresti cinque minuti più tardi. Lo stesso portiere savonese non può nulla al trentanovesimo, quando dagli undici metri Beppe Greco riporta il match in parità. Nella ripresa la gara rimane vibrante: al cinquantatreesimo azione insistita di Marchi, che scarica per Erpen la cui conclusione finisce alta. Tre minuti dopo ancora Marchi impegna Aresti, ma il numero uno ospite è attento e fa buona guardia. Ancora il portiere ligure si immola per evitare ad Erpen la rete del 2-1. Il Savona prova a pungere di rimessa, ma la gara sembra incanalata sui binari del pareggio. A tempo scaduto ripartenza travolgente di Scavone che imita Di Maria e slalomeggia nella difesa avversaria, servendo a Statella un pallone sul quale c'è solo scritto spingere: l'ex Bari a porta sguarnita deposita in rete l'acuto del 2-1 e griffa così la vittoria della Pro. Il pubblico di casa festeggia l'accesso alla finale promozione contro il Sudtirol. Fra sette giorni a Bolzano ci sarà l'andata: in palio un sogno chiamato Serie B. Per il Savona applausi meritati per un'annata splendida e al di sopra delle aspettative".
Vercelli 25/5/2014
Stadio Silvio Piola
Pro Vercelli-Savona=2-1
PRO VERCELLI: Russo, Marconi, Cosenza, Ranellucci, Ghosheh; Erpen (73' Statella), Scavone, Rosso, Fabiano (92' Di Sabato); Greco (62' Iemmello), Marchi. Panchina: Nodari, Bani, Cancellotti, Ardizzone.
All. Scazzola.
SAVONA: Aresti, Marchetti (60' Carta), Giuliatto, Altobello, Quintavalla, Maccarone, Demartis (70' Sarao), Agazzi, Gentile, Cesarini, Virdis. Panchina: Boerchio, Cannoni, Pani, Cattaneo, Marras.
All. Corda.
Arbitro:Marini di Roma (guardalinee Bottegoni-Margani).
Note: spettatori 2700 circa. Ammoniti: Greco (P), Gentile (S), Maccarone (S), Ghoseh (P). Recupero 1'pt; 4'st. Angoli 4-2 per la Pro Vercelli.
Reti: 13' rig. Virdis (S), 38' Greco (PV), 93' Statella (PV)
Grazie al bel podcast di Paolo Ferrari continua il viaggio nell'Italia di inizio '900, un paese in via di sviluppo grazie all'industria ove un ruolo chiave è svolto dal cosiddetto triangolo industriale formato dalle città di Torino, Milano e Genova. Il ruolo di queste tre città non è cruciale solo in campo economico ma anche in campo sportivo visto che almeno fino al 1908 il campionato di calcio è dominato e quasi sempre vinto da squadre provenienti da uno dei vertici del triangolo. Eppure appena prima della fine della prima decade del XX secolo la squadra di una piccola città, Vercelli, riesce ad ergersi da antagonista per tutte le squadre più forti del campionato, arrivando a diventare il primo vertice di un nuovo poligono: il Quadrilatero Piemontese.
https://open.spotify.com/episode/5RTZnLtH1LssWqUCwaLBRH?si=W--e-m94Tv60Y9ZJKYa8ww
"Ultras nel Bene e nel Male" è un documentario che esplora in profondità il mondo degli ultras italiani. Dottrine e schieramenti opposti, contestazione e orgoglio: la voce dei veri protagonisti ci svela cosa succede ogni domenica nelle curve degli stadi italiani. Dottrine e schieramenti contrapposti. La voce dei veri protagonisti, gli ultras, per svelare, capire e raccontare cosa succede tutte le settimane, a migliaia di ragazzi che si preparano al rito domenicale nelle curve degli stadi italiani. Ultras nel bene e nel male è il titolo della terza puntata della nuova edizione italiana Vanguard, serie d'inchieste "solo sul campo" realizzate dai filmmaker di Current.it, in onda mercoledì 28 ottobre 2009 alle ore 23.00 su Sky 130. Contestazione e violenza, orgoglio e mentalità difficili da definire con i "normali" parametri di chi non appartiene alla curva. Così, la serie italiana del Vanguard decide d'indagare "sul campo" attraverso l'inchiesta realizzata da un videomaker d'eccezione: Domenico Mungo, scrittore, esperto di culture giovanili, profondo conoscitore del mondo ultras ha realizzato per Current interviste esclusive a personaggi delle opposte tifoserie, con materiale inedito, video e racconti in esclusiva. Come di consueto, Vito Foderà, da studio, approfondisce il tema della puntata mettendo a confronto in un un dialogo a distanza due voci contrarie: Roberto Massucci, segretario dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive, sostenitore convinto di una politica del dialogo, confermata dai risultati che oggi registrano il minimo storico di violenza negli stadi; e lo stesso autore del servizio Domenico Mungo docente di lettere e storia, giornalista, autore di libri come Sensomutanti, Cani Sciolti, Football Antropology, secondo cui la curva è un grande laboratorio di controllo e repressione sociale, strettamente connessa alle politiche di gestione delle piazze e alla deriva autoritaria di uno Stato che esercita un controllo sempre più preventivo e punitivo nei confronti di chi si oppone alle logiche del mercato e del potere. Un tema attuale, articolato, conflittuale, che chiama in causa molti attori, non solo del mondo dello sport. Una partita diversa dai "soliti" 90 minuti, che il Vanguard trasmette con dati, informazioni e approfondimenti su questo mondo tanto in vista quanto sconosciuto.
La Fossa dei Grifoni è stata una parte fondamentale della cultura calcistica genovese e italiana, fondata nel 1973 e tragicamente sciolta nel 1993. In 540 pagine, Calandri racconta le storie dei tifosi che hanno dato vita a questo gruppo, descrivendo un’epoca in cui il calcio era permeato da valori e passione che oggi sembrano lontani. La narrazione non si limita a raccontare gli eventi sul campo, ma esplora anche le esperienze personali, le emozioni e i legami che si sono creati tra i membri della Fossa. Un centinaio di interviste ha contribuito a tessere un mosaico di ricordi che riflettono la forte identità di questa comunità di tifosi.
Il lavoro di ricerca svolto nell’arco di due anni ha permesso di raccogliere un vasto materiale documentario, ricco di aneddoti e particolari. Il libro diventa così una testimonianza del legame tra il tifo e la vita quotidiana, un aspetto spesso trascurato nelle narrazioni calcistiche odierne. Attraverso le pagine, il lettore può rivivere le emozioni di una generazione che ha vissuto il calcio in modo autentico e coinvolgente, testimoniando la forza di un tifo che ha segnato la storia del Genoa.
Il libro non si limita a raccontare solo momenti felici legati alle vittorie del Genoa, ma affronta anche la realtà più dura degli scontri tra tifoserie e le “battaglie” che hanno caratterizzato un’epoca in cui la sicurezza negli stadi era molto diversa da quella attuale. Le storie degli scontri e del tifo “libero” offrono uno spaccato su un calcio che ha perso la sua spontaneità. L’assenza di settori riservati e di controlli rigorosi agli ingressi degli stadi rende la narrazione di Calandri ancora più affascinante e autentica, un racconto di tempi passati ma non dimenticati.
Durante la presentazione, sono emersi racconti e memorie di vari protagonisti dell’epoca, ora più avanti con l’età, ma con lo stesso spirito, riuniti attorno a un amore condiviso per il Genoa. Nonostante i capelli ingrigiti, il fuoco della passione per la propria squadra è ancora vivo, e molti giovani tifosi hanno intonato cori, raccogliendo l’eredità di chi ha preceduto. Questo passaggio di testimone è significativo, perché dimostra che la passione per il calcio continua a vivere, alimentata dalla storia e dalle tradizioni di una comunità unita.
In sintesi, la presentazione del volume “Siamo la Fossa dei Grifoni e gridiamo Genoa alè” non è stata solo un evento letterario, ma un momento di celebrazione delle radici di un’antica tradizione e di un amore incondizionato per la squadra genovese. Una storia da non dimenticare, capace di unire generazioni diverse attraverso la potenza del tifo.
Massimo Calandri, Siamo la Fossa dei Grifoni e cantiamo Genoa alè, ed. De Ferrari editore, pag.540, 2024.
Un anno fa il podcast Buongiorno San Paolo(pPodcast italiano in Brasile):ha dedicato una puntata al legame tra Pro Vercelli e Palmeiras. Qui in basso il video della puntata.
Per capire come si è arrivati alla attuale amicizia è bene ricordare anche i fatti fin dall'inizio della storia. Il 15 luglio 1914, a poche settimane dall'entrata dell'Italia nel primo conflitto mondiale, la Pro Vercelli si imbarcò sulla motonave Cordoba per partecipare ad una incredibile, per l'epoca, tournée sul suolo brasiliano. Era la prima volta che una squadra italiana veniva invitata oltre oceano per disputare alcune partite e questo non mancò di suscitare alcune polemiche in seno alla federazione italiana così come non mancò di invogliare altre squadre a seguire l'esempio delle Bianche Casacche al punto che a pochi giorni di distanza anche il Torino si imbarcò per il Brasile. Dopo due settimane di viaggio la Pro sbarcò a Rio de Janeiro il primo giorno d'agosto del 1914 e meno di ventiquattro ore dopo scese in campo (dopo un lungo viaggio in treno) a San Paolo per affrontare la squadra della colonia scozzese (gli Scotch Wanderers) che si impose per 1 a 0.
Nei giorni successivi nella città di San Paolo la Pro disputò altre quattro partite, poi seguite da altre quattro a Rio de Janeiro.
Città | Partita |
San Paolo | Scotch Wanderers/Paulistano-Pro Vercelli=5-1 |
San Paolo | Sao Bento/Ypiranga-Pro Vercelli=2-2 |
San Paolo | Mac Kenzie/Palmeiras-Pro Vercelli=1-1 |
San Paolo | Selezione giocatori lega Paolista-Pro Vercelli=2-1 |
Rio de Janeiro | Flamengo/Botafogo-Pro Vercelli=1-4 |
Rio de Janeiro | Flamengo/Botafogo-Pro Vercelli=1-1 |
Rio de Janeiro | Mista Rio de Janeiro-Pro Vercelli=2-2 |
Rio de Janeiro | Mista Rio de Janeiro-Pro Vercelli=1-4 |
Per studiare fondo questa avventura vercellese in terra brasiliana non si può prescindere dal libro di Marco Sappino intitolato "La Grande Guerra ai Tropici" e dedicato alle amichevoli disputate a Rio e San Paolo dalla Pro Vercelli e dal Torino
Anni d'uso: 1937/38
Azienda: Draftsport & Safil
Note storiche: presidente in questa stagione è Antonio Bodo mentre in panchina siede Ivo Fiorentini. La Pro chiude il campionato all'undicesimo posto in Serie B mentre esce al terzo turno eliminatorio della Coppa Italia.
Note: la cura dei particolari rende la maglia graficamente povera ma ricca di storia. Il leone simbolo della Pro Vercelli non si vede ma è in sovrimpressione con una stampa traforata tono su tono, sulla manica sinistra spicca un ricamo recante il numero 290 (le reti segnate da Piola in serieA) con la sua firma, e una serigrafia, inserita all’interno del collo,della figurina del bomber azzurro. La maglia è realizzata in lana e culmax.
La maglia è stata fatta per celebrare il centenario della nascita di Silvio Piola ed è accompagnata da una confezione al cui interno c'è un pensiero del campionissimo verso la sua "Pro": "È doveroso, da parte mia, ringraziare la gloriosa Pro Vercelli che ha permesso a me e ai miei compagni, di fare sport in quella bellissima disciplina che è il gioco del calcio".
Casacca realizzata in 100 esemplari e indossata dai giocatori della Pro solamente nella gara Pro Vercelli-Savona del 13 ottobre 2013.
Questa versione da portiere nera è ancora più bella, rara e preziosa grazie allo stemma anticato, ai lacci ed al meraviglioso leone che compare, come già spiegato sopra, in basso a sinistra.
La maglia in foto proviene dalla collezione privata di Marco Bertuzzi cui va il ringraziamento del Museo Bianco.
L'Epifania del 1927 vede la Pro Vercelli giocare il suo primo incontro ufficiale in Coppa Italia in una partita casalinga da disputare al campo di Piazza Conte di Torino contro la compagine ligure della Sampierdarenese. Il club biancorossonero, fondato nel 1899 (e dunque uno dei più antichi d'Italia) nel comune di Sampierdarena, quella stagione è impegnato nel girone B della Divisione Nazionale e, come la Pro, inizia il cammino della Coppa Italia entrando in gioco al secondo turno.
Da segnalare che quel giorno i vercellesi si impongono per tre reti a zero con le reti di Ceria, Gardini e Bajardi ma ancora di più da rimarcare la loro maglia che quel giorno è...granata!
Il giorno successivo La Stampa di Torino così commenta l'incontro tra liguri e vercellesi: "Il primo incontro giocato dalla Pro Vercelli sul suo campo, contro l'undici Sampierdarenese, è stalo vinto facilmente dai vercellesi. La Pro Vercelli, in maglia granata, ha dominato dall'inizio alla fine riuscendo a tenere quasi costantemente il gioco nella meta campo dei liguri. Se il punteggio raccolto non dà nettamente la superiorità dimostrata, ciò devesi al fatto che le squadre, specialmente quella vercellese, nella previsione dei duri incontri di Campionato, che dovranno disputare domenica prossima, non hanno voluto impegnarsi a fondo. La squadra Sampierdarenese, scesa in campo priva di Garzino, Vellani e Raggio, avrebbe potuto meglio figurare, se gli attaccanti fossero stati un po' più decisi nel tiro in porta od anche se la fortuna li avesse aiutati nel lavoro affannoso e disordinato compiuto per salvare almeno l'onore della giornata. L'inizio della gara trova subito i vercellesi all'attacco e non sono trascorsi che una decina di minuti quando Gerla, raccolto il passaggio fatto ria Piccaluga, dall'estrema sinistra manda in porta un pallone imparabile. Al 39' minuto Gardini, raccolto un passaggio di Mattuteia, dal limitare dell'area segna nell'angolo alto, a destra, un goal magnifico ed imparabile. Nella ripresa continua la superiorità della Pro Vercelli. Al 51' minuto, su una centrata di Piccaluga, Ceria marca l'ultimo".
La Coppa Italia della stagione 1926/27 è alla sua seconda edizione dopo quella disputata nel 1922 vinta dalla compagine del Vado. Superata la Sampierdarenese le Bianche Casacche il 27 febbraio affrontano al turno successivo il Modena che superano con un roboante 7 a 2 davanti al pubblico amico, mentre il 10 aprile 1927 battono anche l'Andrea Doria con un più misurato 3 a 2 valevole per i sedicesimi di finale. Sembra quindi l'inizio di un buon feeling tra la Pro Vercelli e il secondo trofeo italiano ma sfortunatamente la competizione viene interrotta proprio a livello dei sedicesimi di finale che non vengono disputati interamente dalle squadre in lizza sia per evitare sovrapposizioni con le più importanti gare del campionato nazionale, sia per mancanza di interesse da parte delle società di calcio. La Coppa Italia cadrà nel dimenticatoio per quasi nove anni riprendendo solamente dalla stagione 1935/36.
Stagione 1935/36. La Pro partecipa per la seconda volta nella sua storia alla Coppa Italia giunta alla sua terza edizione dopo quelle, poco fortunate, del 1922 e quella della stagione 1926/27. Le Bianche Casacche entrano in gioco al terzo turno eliminatorio affrontando in casa il Legnano, compagine di Serie C.
Va detto che la stagione 1935/36 è per la Pro la prima in Serie B, campionato del tutto nuovo per i vercellesi (che fino a pochi mesi prima giocavano nella massima serie), per certi versi quindi è un campionato di assestamento poi concluso al quinto posto.
Così il 23 novembre 1935 al Robbiano di Vercelli arrivano i "lilla", decisi a rendere onore alla competizione; la gara è abbastanza combattuta e termina con un 2 a 1 di giustezza che premia le Bianche Casacche grazie alle reti di Barberis al 13' e di Degara al 54'. Inutile ad un quarto d'ora dalla fine la segnatura ospite di Mainini.
Vercelli 24/11/1935
Stadio Silvio Piola
U.S. Pro Vercelli-Legnano=2-1
U.S. PRO VERCELLI: Scansetti, Lanino, Roncarolo, Amarilli, Salussoglia, Pondrano, Santagostino, Barberis, Degara, Alberico, Degrandi.
All: Milano e Balzaretti.
RETI: 13' Barberis (P), 29' Mainini (M), 47' Degara (P).
Passa un mese e la Pro affronta al turno successivo, sempre da giocarsi in gara secca, i gialloblù del Modena allo Stadio Comunale della città emiliana. I modenesi militano in Serie B come le Bianche Casacche, quella stagione termineranno all'11° posto a 6 punti dalla Pro ma quel giorno il campo smentisce completamente questa classifica: gli allenatori piemontesi Milano e Balzaretti decidono infatti di dare precedenza al campionato (verso il quale la Pro nutre ancora speranze di risalita in Serie A ) e schierano una formazione del tutto sperimentale composta prevalentemente da riserve che non riesce ad evitare una sonora batosta...
Modena 26/12/1935
Stadio Comunale
Modena-U.S. Pro Vercelli=5-0
MODENA: Guizzardi, Bernacchi, Nebbia, Gali, Malagoli I, Bazzani, Pacini, Bellini, Meucci, Mazzoni, Ravizzoli.
U.S. PRO VERCELLI: Balossino, Roncarolo, Berto, Amarilli, Salussoglia, Pondrano, Patrucchi, Zani, De Marchi, Barberis, Roveglia.
All.: Milano e Balzaretti.
Arbitro: Ciamberlini di Sampierdarena.
RETI: 6', 44' e 55' Meucci (M), 15' Mazzoni, 82' Bellini.
Passano le stagioni... dopo essere caduta in Serie B per la prima volta nel 1935 la squadra bicciolana vive anche l'onta della C dopo la retrocessione della stagione 1940/41. Proprio in quella stagione le Bianche Casacche partecipano per l'ultima volta alla Coppa Italia (uscendone al primo turno come nelle stagioni immediatamente precedenti) e bisogna aspettare fino al 1958 per ritrovarle nuovamente nel tabellone della Coppa Italia. Quella del 1958 è una Coppa Italia significativa dato che si gioca solamente nel '58 e non a cavallo tra due stagioni e poi anche perchè la Pro è chiamata a disputare un girone all'italiana che le garantisce un totale di sei partite da disputare contro Torino, Biellese e Juventus. La Pro riesce a farsi valere soprattutto nelle gare casalinghe ed in particolar modo contro la Juve, cui riesce a strappare un pareggio, e contro i bianconeri della Biellese su cui si impongono per 1a0.
Data | Città | Partita | Note |
8/6/1958 | Vercelli | Pro Vercelli - Juventus=1-1 | 3.000 spettatori circa. Rete di Ciocchetti al 52' |
14/6/1958 | Torino | Torino - Pro Vercelli=4-0 | |
22/6/1958 | Vercelli | Pro Vercelli - Biellese=1-0 | Rete di Bolzoni al 52' |
29/6/1958 | Torino | Juventus - Pro Vercelli=4-1 | Pensotti all'80' per le Bianche Casacche |
6/7/1958 | Vercelli | Pro Vercelli - Torino=0-3 | |
13/7/1958 | Biella | Biellese - Pro Vercelli=4-1 | Al 58' Dappiano per la Pro |
A 23 anni dall'ultima gara in partita ufficiale giocata a Vercelli il 27 gennaio 1935, l'8 giugno 1958 la Juventus ritorna allo stadio Leonida Robbiano per una gara ufficiale contro la Pro. La partita richiama sugli spalti 3.000 spettatori, non moltissimi considerata quella che all'epoca è la capacità dell'impianto di via Massaua in grado di ospitare fino a 10.000 persone. In campo le Bianche Casacche si fanno valere per tenacia e volontà riuscendo ad imporre il loro ritmo ai bianconeri freschi campioni d'Italia ma privi di pedine fondamentali come Charles, Sivori e Corradi.
Vercelli 8/6/1958
Stadio Silvio Piola
U.S. Pro Vercelli-Juventus=1-1
U.S. PRO VERCELLI: Colombo, Fontana, Bosio, Russi. Tonegutti, Bolzoni, Genovesio, Pensotti, Canova, Ciocchetti, Maraschi.
All.: Todeschini
Juventus: Mattrel, Boldi, Garzena, Emoli, Ferrario, Montico, Voltolina, Palmer, Boniperti, Colombo, Stivanello.
All.: Brocic.
Arbitro: Boati.
RETI: 52' rig. Ciocchetti (P), 60' Stivanello (J).
Il giorno successivo esce questo bell'articolo di Ettore Berra dedicato alla partita del Robbiano:"Tremila spettatori scarsi si sono trovati al Robbiano per questo incontro che, stando alle previsioni, avrebbe dovuto attirarne diecimila. Pensate: Pro Vercelli-Juventus, ricordi di anni lontani, nostalgia del passato, cose da commuovere i vecchi e far esaltare i giovani! Niente di tutto questo. La Coppa Italia è avviata a diventare un comune torneo della canicola, radi spettatori scamiciati, un senso di sofferenza per quel gioco povero e stantìo sotto il solleone, che nemmeno l'entusiasmo a tutta prova dei vercellesi poteva rianimare. Il pubblico ha fatto il tifo per la sua squadra, ma non crediamo che abbia trovato di suo gusto la partita perchè come spettacolo si attendeva certamente di meglio. Noi possiamo fare tutte le riserve che vogliamo su di una Juventus pressoché dimezzata come valore e troppo fuori stagione, ma sta di fatto che la Pro Vercelli ha pareggiato coi campioni d'Italia, e alla lunga le chiacchiere si dimenticano e restano solo i risultati. La squadra bianca ha impostato il suo gioco sul ritmo, non una grande tenuta tecnica ma una cadenza sostenuta e costante, una volontà che rimarginava da sola tutte le pecche del gioco, un animo non da Coppa Italia ma da campionato. Diverso per le due squadre il significato della partita e diverso quindi anche il loro comportamento. La Juventus mancava di Charles, Sivori, Corradi, Nicolé e del sostituto di quest'ultimo, Stacchini. Una squadra rabberciata e disorganizzata che ha dato anche meno di quello che avrebbe dovuto, pur in così precarie condizioni di inquadratura. Approfittando dell'occasione si è voluto ritentare la prova di Boniperti centravanti, e non è stata una prova riuscita perché Boniperti centravanti non lo è più da un pezzo, le sue doti si sono ormai orientate in un compito diverso ed è inutile sperare di farlo rivivere in un gioco in cui andava bene alcuni anni fa. Quasi nulla ha fatto Voltolino, meno che mediocre; assolutamente insufficiente Palmer; di buon impegno ma del tutto fuori posto Colombo, dal quale non si poteva pretendere quello che non era in grado di dare.
Questo attacco disarticolato e senza gioco è stato una pena. Su un campo relativamente stretto che favoriva la grande mobilità degli avversari consentendo loro di ricuperare prontamente quando erano battuti e di ricostituire sempre il fronte difensivo, sarebbe stato necessario un gioco che avesse, almeno come tendenza, velocità e decisione. Invece la manovra era tutta un perditempo, piccoli tocchi, paesaggi laterali o addirittura indietro, lentezze di palleggio, intenzioni incerte e, quando capitava l'occasione del tiro, sbagli madornali da sollevare ondate di fischi. Insomma una contraffazione della Juventus vera. Che questa squadra, tolti i suoi assi, avesse poco da presentare all'ammirazione della folla già lo si sapeva, ma ci sembra che ieri abbia dato anche meno di quello che legittimamente si poteva richiederle. Per gli avanti juventini era estremamente difficile scrollarsi di dosso quegli avversari infaticabili, rare le occasioni di trovare un corridoio libero e quando questo si apriva mancava la decisione per approfittarne. Fra i vercellesi esordiva il nuovo acquisto Maraschi proveniente dal Fanfulla e centravanti era una giovane riserva, Canova. I migliori sono stati nell'ordine Fontana, Tonegutti, Russi e Bolzoni. Gli avanti si sono trovati di fronte ad una difesa che non aveva gli annebbiamenti dell'attacco e su questo baluardo si sono fermati, pur insistendo in quel loro slancio aggressivo che contro un blocco meno agguerrito e tatticamente meno scaltro avrebbe finito per imporsi. Nella ripresa Genovesio è stato sostituito da Periti che ha giocato però mezz'eia, mandando Canova all'estrema destra. Perin non è giudicabile perché ha giocato un tempo solo, mentre il migliore è stato, a nostro avviso, per cumulo di lavoro svolto e spazio di terreno coperto, Ciocchetti. Poche le azioni di rilievo. Al 13' del primo tempo un atterramento in aerea di Palmer da parte di Tonegutti non è stato rilevato dall'arbitro pur essendo di una certa gravità, ma anche l'arbitro non valeva molto di più del gioco e l'errore si spiega. Al 21' un goal di Colombo su centro di Boniperti è stato annullato per fuori gioco. Poco più avanti Canova, giovane promettente ma ancora ingenuo, si faceva soffiare la palla daii piedi, da fermo, dal portiere Mattrel. Poi un bel tiro, di Voltolina parato e la risposta di Maraschi che da venti metri lambiva con un forte tiro la base di un montante. All'8' della ripresa la Pro Vercelli andava in vantaggio cor, un goal su rigore di Ciocchetti pei fallo di mano di Ferrario. Al 15' il pareggio. L'azione era condotta da Colombo che centrava dalla destra, il portiere vercellese usciva ma non perveniva a bloccare la palla che finiva sui piedi di Stivanello a due metri dalla rete: un tocco e il goal era fatto. Al 17' nell'azione susseguente ad un corner, Colombo sferrava un tiro da una dozzina di metri ma a portiere battuto salvava sulla linea Fontana. E' stata l'unica occasione, questa, che avrebbe permesso alla Juventus di vincere. Ma non osiamo dire che sarebbe stata una vittoria meritata".
Vercelli 22/6/1958
Stadio Silvio Piola
U.S. Pro Vercelli-Biellese=1-0
U.S. PRO VERCELLI: Colombo, Fontana, Bosisio, Pirovano, Tonegutti, Bolzoni, Canova, Spaghi, Bosisio, Pensotti, Maraschi.
All.: Todeschini.
BIELLESE: Gori, Cappellino, Formica, Mancini, Angelini, Bessi, Raffin, Francescon, Piccioni, Vizia.
All.: Pietro Rava.
Il giorno dopo la gara con la BIellese La Stampa di Torino rendiconta il match: "Due episodi, uno dei quali senz'altro grave, definiscono la povertà, estrema della partita: il rigore sciupato da Raffin (sarebbe stato il pareggio) e l'espulsione di Pochissimo, avvenuta al 29' del secondo tempo, per un inutile fallo del bianconero ai danni di Spaghi. Alcuni rapidi cenni di cronaca. Tiro di Spaghi al 2' poi Gori sventa al 13' una minaccia portatagli da Canova, su passaggio di Bosisio, oggi riapparso in squadra dopo l'operazione all'appendice di un mese fa. Il primo serio pericolo alla rete di Colombo viene al 17' per opera di Raffin. Lo stesso Colombo al 24' sbroglia una difficile situazione, buttandosi sui piedi di Raffin. Ancora Colombo un minuto dopo deve parare uno dei pochi tiri effettuati nello specchio della sua porta da Francescon. Nel secondo tempo al 1' Colombo e Tonegutti, nel tentativo di fermare Raffin, cadono insieme a questi. La mezz'ala degli ospiti riesce però a tirare: la palla sta per entrare in rete, ma viene deviata da Fontana sulla linea bianca. Al 12' il goal della Pro Vercelli. Al 25' un crosso errore di piazzamento di Fontana mette Vizia in condizioni di tirare, ma Colombo, uscito precipitosamente, salva a mani aperte. La palla, riprosa, 6 calciata ancora da Vizia e viene per la seconda volta, in tuffo, parata da Colombo. Al 28' il rigore contro la Pro Vercelli. Pochissimo è atterrato in area da Tonegutti. Tira Raftìn, ma Colombo non ha difficoltà a parare il non difficile pallone. Un minuto dopo l'espulsione di Pochissimo. L'ala sinistra colpisce con un pugno al ventre Spaghi. L'arbitro non ha un attimo di esitazione, ed espelle il bianconero. La partita finisce, praticamente, su questo episodio".
Dopo una lunga assenza, l'ultima volta era stata nell'estate 1958, l'11 agosto la Pro Vercelli torna a disputare un turno eliminatorio in Coppa Italia e lo fa scendendo in campo allo stadio Dino Manuzzi di Cesena. La partita è in gara secca ma ad inizio ad agosto le squadre sono in pieno rodaggio e nel bel mezzo di una preparazione che porterà entrambe a disputare il campionato di Serie B 2012/13.
Le Bianche Casacche, provenienti dalla Lega Pro, impegnano duramente i cesenati e cedono solamente nel finale venendo così eliminati al primo turno della manifestazione: subito il gol di Lapadula al 24' la Pro pareggia con Di Piazza a 4' dal fischio finale per poi cedere ai supplementari a causa della rete messa a segno da Graffiedi al minuto 103'.
Il giorno dopo Alessandro Burioli per la Gazzetta dello Sport sottolinea che solo la sfortuna, i vercellesi hanno infatti colpito due pali (l'ultimo a fine supplementari con una punizione di Iemmello), e la mancanza di una punta di peso in attacco hanno impedito alla Pro di proseguire la sua avventura in coppa.
Cesena 11/8/2012
Stadio Dino Manuzzi
Cesena - Pro Vercelli=2-1
CESENA: Ravaglia, Brandao, Rossi, Benalouane, Bamonte, Gessa, Iori, Tabanelli, Succi, D'Alessandro, Lapadula.
All.: Campedelli.
PRO VERCELLI:Valentini, Cosenza, Scaglia, Bencivenga, Ranellucci, Espinal, Carraro, Scavone, Calvi, Caridi, Zigoni.
All.: Braghin.
Arbitro: Cervellera (Taranto).
RETI: 24' Lapadula (C), 86' Di Piazza (P), 103' Graffiedi (C).
Torino 13/08/2016
Stadio Olimpico Torino
Torino F.C. - Pro Vercelli=4-1
TORINO F.C.: Padelli, Peres, Bovo, Moretti, Barreca, Acquah, Vives, Obi, Martinez, Belotti, Ljaijc.
All.: Ventura.
PRO VERCELLI: Zaccagno, Berra, Legati, Bani, Mammarella, Castiglia, Budel, Ardizzone, Mustacchio, Morra, La Mantia.
All.: Longo.
RETI: 8' Ljaijc (T), 25' Martinez (T), 50' Peres (T), 56' La Mantia (P), 87' Boyé.
Arbitro Celi di Bari.
Una Pro non ancora al meglio scende in campo a Torino per affrontare il secondo turno di Coppa Italia 2016/17;
le Bianche Casacche hanno superato nel turno precedente la Reggiana con un convincente 3 a 1 e vanno a Torino con la speranza di farsi valere. La partita è però tutta in salita per i ragazzi di Longo
che vengono messi sotto da un Toro già in discreta forma e determinato a proseguire il suo cammino nella seconda competizione d'Italia: i granata segnano due reti per tempo e solo La Mantia riesce a
ridurre il divario segnando il punto della bandiera al 56'.