Da qualche anno a questa parte gli adesivi (o stickers per dirla all'inglese) sono diventati la nuova moda del momento per quanto riguarda il tifo organizzato di tutte le curve d'Europa; questo non vale solamente per il mondo degli ultras ma anche per molti tifosi non curvaioli che decidono di riempire di stickers non solo lo stadio e i suoi dintorni ma anche le città delle tifoserie avversarie quando va in trasferta. Fantasiosi, ironici e colorati gli stickers sono ormai la nuova frontiera nel mondo del tifo organizzato anche perchè chiunque con poca spesa e molta fantasia può produrne di propri.
Per questo motivo diversi libri stanno iniziando a trattare questo argomento come nel caso di TIFO: The Art of Football Fan Stickers, libro che esplora il modo in cui i tifosi vedono le loro squadre attraverso disegni, illustrazioni e vere e proprie strategie di branding.
Il libro di cui potete vedere qua a fianco la copertina, mostra la trasformazione degli adesivi legati al mondo del calcio partendo dagli inizi legati all'ambiente hooligan/curvaiolo per arrivare ad essere simbolo riconosciuto di unità o quantomeno rappresentativo di quelle piccole comunità che sono le tifoserie calcistiche.
Il libro è impreziosito dal contributo di esperti come James Montague, giornalista al servizio di CNN, The New York Times e The Guardian, e di Eleanor Watson, curatrice di Football and Design Museum.
Ryo Sanada e Suridh Hassan, TIFO: The Art of Football Fan Stickers, Ed.Soi Books, 248 pag., 2025.
2 dicembre 1934. All'ultima stagione di serie A una Pro Vercelli in affanno in termini di classifica riceve la Lazio allenata da Walter Alt e rinforzata dall'ex bianca casacca Silvio Piola che però non sarà della partita. Riportiamo l'articolo dal vercellese Giuseppe Milano scritto per La Stampa il giorno dopo la gara.
Vercelli 18/9/1932
Stadio Leonida Robbiano
U.S. Pro Vercelli-S.S. Lazio=1-0
U.S. PRO VERCELLI: Scansetti, Beltaro, Dellarole, Lanino, Traversa, Bigando, Santagostino, Barberis, Borsetti, Piazzano, Casalino. All.: Pietro leone.
S.S. LAZIO: Blason, Bertagni, Strappini, Serafini, Ferraris IV, Fantoni II, Guarisi, Uneddu, Bisigato, Gabriotti, De Maria. All.: Walter Alt (Austria).
Arbitro: Bonivento di Venezia.
RETI:4' rig. Casalino.
"In alto la bianca bandiera! La Pro Vercelli non è morta; non poteva morire. Si è ridestata dal penoso letargo, che teneva strette le sue ali. Il motore ha ripreso a pulsare, a ritmo che dovrà essere ancora più accelerato. Il carburante spirituale non le mancherà. Le è stato offerto in questi giorni dolorosi, con spontaneità e affettuosità veramente commoventi, fatta anche di rimpianti, da tutta la stampa sportiva, usa un tempo ad esaltare i nostri trionfi. La Pro Vercelli serberà di ciò prefonda gratitudine, statene certi, e se ne ricorderanno i suoi figli migliori, le sue speranze già portate in prima fila col petto vestito della candida casacca. Questi ragazzi hanno ricevuto l'eredità di un fardello glorioso, tanto vetusto quanto pesante, ma rimarranno fedeli al motto di bandiera: "Potius mori quam foedari". Le nostre speranze di vecchi alfieri della Pro si sentono da ieri non più sole: tutta Vercelli, senza distinzione, ne è partecipe. Tutti sono ugualmente dimentichi della oscura parentesi, tesi al nuovo splendente miraggio: "Risalire. Siamo al primo passo.
La vittoria, la prima, è stata convalidata da un calcio di rigore tirato da Casalino, per un fallo grossolano commesso a suo danno da Serafini, espulso. Lo svantaggio non ha scosso la compagine azzurra, che faceva perno su Ferraris IV e che muoveva le sue branche — Bisigato e Demaria — pronte ad afferrare il successo. Fortuna che la difesa bianca resse, anche se non troppo ordinata, e reagì. L'attacco vercellese lavorò affannosamente, ma vinse e superò l'ostacolo. Casalino e Santagostino vigilarono e diedero perennemente l'allarme. Il trio centrale d'attacco apparve alquanto sbandato, ma tenne duro. L'ordine era di perseverare, senza tregua, a costo di sfiancarsi. Molte volte vedremo Borsetti, Barberis e Piazzano a strettissimo contatto con Blason, incerti per imperizia o perchè ancora sotto il peso di quella 'fortuna che ha loro da tempo voltate le spalle e vorrebbe ancora costringere la gloriosa Pro al modesto compito di fanale di coda. Più volte Blason fu a terra alle prese con un atleta in maglia bianca, mentre il pallone s'indugiava a pochi centimetri dalla linea fatale, in attesa di un piede che lo sospingesse in rete.
La cronaca. Al fischio dell'arbitro scoppia il grido incitatore che accompagnerà i nostri per tutti i novanta minuti di gioco. Nella tribuna d'onore tutte le autorità: S. E. il Prefetto, il Segretario federale, il Censole della M.V.S.N., il Commissario Prefettizio. Il Segretario federale porta con sè il giuramento fatto dai giocatori negli spogliatoi dì combattere fino all'ultima goccia di energie. E le bianche casacche mantengono il giuramento. Già sonò lanciate all'arrembaggio. Il primo arpione lo getta Santagostino, al 2'. Segue un angolo a vantaggio dei bianchi, senza costrutto, cosi come lo saranno i pochissimi (due per ciascuno) tirati nel corso della partita.
Al 4' il pubblico è in tumulto. Bianche bandiere con scritte incitatrici vengono agitate dai tifosi. Il primo punto, e sarà quello della vittoria, è conquistato. Casalino, malamente atterrato dà Serafini — espulso dal campo — ha tramutato In goal il calcio di rigore.
Gli azzurri non si scuotono. Le file sono subito riordinate con la retrocessione di Parisi e muovono decisamente all'attacco.
Equilirio di forze In campo. Più compassata la Lazio, che. però, raramente si fa veramente minacciosa. Più irruente, meno stilizzata, certo più pericolosa la Pro Vercelli. Casalino, prima, poi Santagostino, aulndi Borsetti chiamano al lavoro l'estrema difesa azzurra. Leggero predominio della Lazio fino al 25', poi Santagostino serve Borsetti e Blason deve esibirsi in tuffo. Le bianche casacche vogliono rafforzare il modesto bottino e solo per un miracolo la Lazio non capitola. Ancora al 40' Blason deve parare a pugni tesi una cannonata di Santagostino. Poi il fischio dell'arbitro sancisce la fine del primo tempo. La ripresa conserva la fisionomia del primo tempo. Il gioco, per abilità anche dell'arbitro, si è mantenuto nei limiti voluti. Barberis. in uno scontro con un avversario subirà la peggio e sarà nullo fino al termine della partita La nebbia, che persistente è state padrona del campo si fa ancora più fitta e rende diffìcile la visuale così che le azioni appaiono e scompaiono Incessantemente al controllo degli spettatori. Bisigato, al 16', tenta da lontano ma inutilmente, di sorprendere Scansetti. Al 22' Blason. serrato da Casalino e Borsetti, perde la palla ed in suo aiuto interviene Bertagnì rubando il tempo agli avversari. Un fallo tirato da Casalino trova pronto Blason alla bloccata. I bianchi vivono sul vantaggio e la Lazio non fa appello alle ultime risorse".
Sono passati ormai 93 anni dal fatidico 18 settembre 1932, giorno in cui la Pro Vercelli giocò la sua prima gara nel nuovo stadio "Comunale" costruito per sopperire alle ormai palesi carenze del "Campo Conte di Torino" situato nel terreno immediatamente attaccato al nuovo impianto quello, per intenderci, dove la grande Pro aveva conquistato i suoi sette scudetti.
I lavori di costruzione del nuovo campo erano durati poco più di un anno, dal luglio del 1930 alla primavera del 1932 con un rallentamento solo all'inizio del 1931 per mancanza di fondi, poi trovati dal Comune in seguito alla ristrutturazione e alla vendita dei lotti del rione "Furia" avvenuta proprio in quegli anni; per l'epoca lo stadio poteva considerarsi di moderna concezione perchè costruito per essere un impianto polisportivo e adatto ad ospitare più attività grazie a due piste di atletica in carbonella rispettivamente da 400 metri e rettilinea.
Terminati i lavori non fu programmata una inaugurazione vera e propria, così il battesimo ufficiale del nuovo campo coincise con la prima gara di campionato della stagione 1932/33, gara che vedeva le bianche casacche impegnate contro la neo promossa Palermo.
Vercelli 18/9/1932
Stadio "Comunale"
U.S. Pro Vercelli-Palermo=2-0
U.S. PRO VERCELLI: Scansetti, Zanello, Dellarole, Depetrini, Ardissone, Ferraris I, Santagostino, Casalino, Degara, Piola, Pretti. All. Guido Ara e Giuseppe Parodi.
PALERMO: Valeriani, Paolini, Ziroli, Piantoni, Santillo, Gambino, Radice, Chiecchi, Scarone, Blasevich. All. Feldmann (Ungheria).
Arbitro: Bertoli di Vicenza.
RETI: 50' Depetrini, 57' Degara.
Al termine di quella stagione, precisamente l'11 luglio, il podestà di Vercelli (oggi lo chiameremmo sindaco), ricevette l'autorizzazione del ministro dell'interno ad intitolare il nuovo stadio a Leonida Robbiano, asso vercellese dell'aviazione scomparso sulle rive del Gange pochi mesi prima.
Henry Lloyd, Paul and Shark, Lyle and Scott, Berghaus, Gabicci, Ralph Lauren, Henry Cotton, Fred Perry, Fred Perry e tante e tante altre marche sono certamente famose nel mondo della moda giovanile in tutta Europa a partire dagli anni '80 in poi, ma conosciutissime anche nel mondo delle curve prima nella turbolenta Inghilterra di Margaret Thatcher, poi in tutto il vecchio continente.
Queste marche, scelte dai ragazzi inglesi più di 50 anni fa, accompagnarono la nascita di un movimento subculturale capace di nascere al nord della Gran Bretagna in città come Liverpool, Manchester e Aberedeen e di spostarsi ben presto in altre europee; lo stile prese piede nelle famigerate terraces d'oltremanica, quelle curve continuamente alla ribalta della cronaca per i fatti di violenza che si verificavano ogni fine settimana e che avevano come protagonisiti i terribili hooligans, teste rasate (skin head) ma anche "mod" sempre pronti a cercare lo scontro con la polizia e/o i tifosi avversari.
Dietro la nascita della sottocultura casual c'era anzitutto la necessità di uniformarsi perchè i ragazzi di stadio avevavo bisogno di non essere identificati troppo facilmente dalla polizia (che procedeva spesso ad arresti a campione tra chi indossava i colori della propria squadra), di mischiarsi ai tifosi normali e di poter così muoversi liberamente sia allo stadio, sia nel tragitto per raggiungerlo (senza nessuna scorta): ecco che il fenomeno casual da semplice e necessario modo di vestire diventò presto una vera e propria sottocultura i cui due capisaldi erano l'abbigliamento e l"azione" allo stadio.
Nel corso degli anni le marche citate in apertura di articolo si avvicendarono nelle preferenze dei casual fermo restando il posto d'onore che la fantasia a "quadretti" legata a Burberry e Aquascutum ha sempre avuto e continua ad avere insieme a capi iconici come Stone Island, C.P. Company e Barbour anche se gradualmente si conquistano spazio marchi italiani meno costosi ma comunque iconici come Si nascondono tra la classe operaia quindi le firme meno costose sono ricorrenti. Su tutte le italiane Fila, Sergio Tacchini ed Ellesse oltre a Puma e Adidas. Da non dimenticare il ruolo delle scarpe, quasi sempre sneaker e assolutamente come le Adidas Stan Smith, le Diadora Ed Moses, Borg Elite, Lacoste e poche altre.
La seconda ondata casual iniziò nei primi anni ‘90 diffondendosi in tutta Europa, in nazioni come Francia, Paesi Bassi, Belgio, Germania ed è a partire dalla fine degli anni '90 che questo fenomeno approdò anche in paesi storicamente dominati fino a quel momento dallo stile e dalla cultura ultras come Italia, Croazia, Serbia, Grecia e Spagna.
Per quanto riguarda l'Italia il Casual vanta già una tradizione più che trentennale grazie a curve con uno stile "british" (su tutte Verona e Lazio) ormai accettata e ripresa dalle tifoserie di tutto lo stivale.
Ad oggi in questi ultimi paesi si assiste a uno strano connubio tra le sottoculture ultras e casual: molti gruppi pur mantenendo gli striscioni, uno dei simboli del movimento ultras, adottano un look e un modo di agire propriamente casual, come evitare la scorta e usare i mezzi propri per recarsi in trasferta.
A tal proposito riporta Wikipedia: "
"Il movimento casual si diffuse nelle curve italiane a cavallo tra la fine degli anni '90 e gli inizi del nuovo millennio (a parte la già citata eccezione riguardante la tifoseria veronese che si può inquadrare nella seconda ondata casual). I principali centri di sviluppo furono Verona e le grandi città, Roma e Milano per prime, seguite poi da Torino, Firenze ed altre città che militano in serie minori in Lombardia, Triveneto e Sud Italia (in particolare Chieti). Ultimamente il fenomeno casual è dilagato in tutta la realtà calcistica italiana, e gruppi d'ispirazione casual si possono trovare in tutta la penisola e nelle isole, anche se sono soprattutto presenti nel Settentrione del paese.
Bisogna specificare però una peculiarità del "movimento casual italiano", contraddistinto nella maggior parte dei casi da una sorta di mix tra il classico stile ultras italiano e quello casual d'oltremanica. Non è raro affatto trovare striscioni (o cosiddette "pezze") dietro il quale si trovano ragazzi vestiti appunto nel classico stile casual, creando quindi una sorta di punto di incontro tra le due sottoculture".
Magica Pro, rivista distribuita allo stadio Silvio Piola in occasione delle gare interne delle bianche casacche, ha dedicato al Museo Bianco un bell'articolo che riportiamo qui in basso ringraziando Pietro Gianella e tutta la redazione che lo hanno reso possibile.
La doppia sfida col Barça del 1922
Nel corso della sua storia la Pro Vercelli, al pari di molte altre squadre europee e americane, ha giocato svariate amichevoli contro
compagini straniere, alcune di grande prestigio e tradizione.
Bisogna tenere presente che le coppe europee non furono create fino agli anni '50 del secolo scorso, ma ciò non toglie che soprattutto nel vecchio continente a partire dagli anni '10 e ancor di più
dal decennio successivo, le partite tra squadre di diversi paesi divennero una consuetudine, poiché capaci di attrarre un pubblico pagante più ampio rispetto alle normali partite di
campionato.
Per quanto riguarda la Pro la maggior parte di queste partite si concentrò nei primi trent’anni di vita del sodalizio bicciolano, epoca in cui la Pro arrivava sempre tra le prime squadre del
campionato italiano e per questo motivo veniva spesso invitata a prendere parte a gare di esibizione e tornei (ad esempio il torneo di inaugurazione dello stadio Comunale di Roma nel 1911,
antesignano del futuro stadio Flaminio costruito durante il ventennio fascista). Nell'elenco delle gare internazionali (non sempre completo per via della difficoltà nel reperire queste informazioni
in archivi e documenti) spiccano per forza di cose le partite contro Olympique Marsiglia, Lione, F.C. Barcelona, Liverpool F.C. e San Paolo.
Certamente, tra tutte le partite giocate dalla Pro Vercelli in trasferta, è impossibile non citare le due che videro le bianche casacche impegnate sul nuovissimo terreno di gioco "Les Corts" del F.C.
Barcelona il 16 e il 17 settembre del 1922; le due partite non sorrisero alla squadra bicciolana (una sconfitta pesante con un passivo di 5-0 ed una più di misura conclusasi sul 3-1), tuttavia
l'esperienza fu molto positiva.
Il Barça infatti era solito giocare prestigiose amichevoli in tre periodi dell'anno: pre-campionato, periodo natalizio e fine campionato. A questo scopo chiamava squadre del centro Europa - le
formazioni tatticamente più all'avanguardia - come Ungheria ed Austria, squadre britanniche oppure squadre che avevano vinto il campionato del loro Paese di provenienza.
Fu così che la Pro Vercelli fu invitata a disputare le due famose partite consecutive nel settembre del 1922, in quanto in entrambe le precedenti stagioni si era laureata campione d'Italia.
Barcelona 16/9/1922
Stadio Les Corts
F.C. Barcelona - U.S. Pro Vercelli 5-0
F.C. BARCELONA: Bruguera, Conrado, Surroca, Torralba, Blanco, Samitier, Piera, Gracia, Alcantara, Martinez-Sagi, Sagi
U.S. PRO VERCELLI: Curti, Rosetta, Bossola, Milano II, Parodi, Perino, Ceria, Zanello, Gay, Bassola, Borello
Reti: Alcantara (3), Gracia, Samitier
Barcelona 17/9/1922
Stadio Les Corts
F.C. Barcelona - U.S. Pro Vercelli 3-1
F.C. BARCELONA: Bruguera, Altés, Surroca, Torralba, Blanco, Samitier, Piera, Cella II, Gracia, Alcantara, Sagi
U.S. PRO VERCELLI: Curti, Rosetta, Bossola, De Bianchi, Parodi, Perino, Milano II, Zanello, Gay, Rampini II, Borello
Reti: Alcantara (B), Gracia (B), Sagi (B), ? (PV)
Gli anni '90 nella ultra centenaria storia della Pro sono stati un'altalena di emozioni non solo sul rettangolo verde ( basti pensare al 1990 e al 1994) ma anche in sede per via di eventi niente affatto "piacevoli". Anche sugli spalti e, particolarmente in Curva Ovest, le emozioni non sono mancate e ci piace ricordare quei momenti attraverso la sciarpa di un gruppo trainante di quel periodo: i Vercelli Front. I ragazzi del Vercelli Front formano il gruppo nella stagione 1993/94 e, con alterne vicende, lo portano avanti fino al 2016 quando prendono la decisione di scioglierlo in via definitiva anche se poi, nelle stagioni successive, ritornano in curva dietro lo striscione "Vecchia Guardia".
Prosegue il nostro viaggio tra i principali gruppi e le più importanti curve italiane. Stavolta diamo spazio agli Irriducibili della Lazio, gruppo nato nel 1987 e che nel giro di pochi anni ha rivoluzionato il tifo biancoceleste e influenzato il modo di intenedere il tifo in tutta Italia.
Anni d'uso: stagione 1980/81
Azienda: Toffs (Inghilterra)
Anni d'uso: 1980/81
Azienda: Toffs (Inghilterra)
Presidente del periodo: Giuseppe Celoria (1980-90), in panchina siede Natale Nobili (1980-82).
Note storiche: Ottavo posto nel girone A della Serie D. Ammessa nel nuovo Campionato Interregionale.
Note: probabilmente la maglia più bella e più classica nell'ultra centenaria storia delle Bianche Casacche. E' altresì una maglia storica perchè l'ultima senza sponsor tecnico poi presente dalla successiva stagione 1981/82.
La maglia è un esemplare unico realizzato su richiesta e indicazioni del Museo Bianco Pro Vercelli dalla azienda specializzata Toffs con sede in Inghilterra. Indossata in questa stagione da: Marongiu, Milani, Satti e Sollier.
Questo mese la copertina del nostro sito si apre con un documento eccezionale che abbiamo ricevuto tramite dall'amico e collaboratore del Museo Bianco Pietro Gianella. Il documento in questione è una lettera ufficiale dell'U.S. Pro Vercelli inviata dalla società bianca (all'epoca con sede sociale e segreteria in corso Carlo Alberto) all'ex sportivo Domenico Brusa per insignirlo del titolo di "socio benemerito" in virtù dei servizi resi da Brusa in qualità di atleta della Pro.
In calce alla missiva, oltre alla firma del segretario dell'epoca, spicca la tessera di socio benemerita intitolata a Brusa firmata dal presidente.
Vercelli 13/4/1927
Ill.mo Sig. Brusa,
Ho il gradito incarico di comunicare alla S.V. ill.ma che il Consiglio d'Amministrazione di questo sodalizio in sua seduta dell'8 aprile, in riconoscimento del brillante passato sportivo, per il quale venne decoro e lustro alla nostra Associazione, volle nominarla
SOCIO BENEMERITO
dell'U.S. Pro Vercelli.
Le acchiudo pertanto la tessera stautaria.
Nel contempo a nome del Consiglio d'Amministrazione Le porgo le più vive congratulazioni, sicuro che ella vorrà sempre con lo stesso entusiasmo dare tutta la sua opera preziosa per il nostro vecchio Sodalizio.
Con distinta considerazione.
St. Pauli non è solo una squadra di calcio, non è solo un quartiere di Amburgo, grossa e potente città tedesca e "porta sul mondo". St. Pauli è un modo di vivere, è un modo di sentire lo sport e la vita quotidiana in maniera differente. St. Pauli è l'emanazione di una controcultura univoca che racchiude in sé in maniera sinergica l'organizzazione e la struttura della società sportiva, fondata sull'associazionismo popolare e sulla partecipazione, il network dei tifosi, ribelli e antirazzisti, e la comunità del quartiere, solidale e operaia. "Ribelli, sociali e romantici", attraverso un'attenta analisi e un lavoro di ricerca sul campo, indaga e tenta di spiegare i fenomeni che rendono del tutto particolare l'esperienza "sanktpauliana" in tutte le sue accezioni, dalla socialità, all'attivismo politico, dalla partecipazione popolare, alla solidarietà. Il tutto in nome di un calcio intriso di politica, inteso come strumento e motore di resistenza alle dinamiche tardocapitalistiche e dello show business odierno, nonché mezzo di promozione culturale contro ogni forma di discriminazione e razzismo.
Nicolò Rondinelli, Ribelli, sociali e romantici, Ed. Bepress, 361 pag., 2015.
Stadio10 Silvio Piola 10/6/201210 giugn